Cominciamo con un po’ di terminologia:
La Piazza è solo quella di San Marco, tutte le altre si chiamano Campo o Campiello, dette così dall’erba che vi cresceva un tempo, prima della pavimentazione.
Rio vuol dire canale.
Le strada si chiama Calle, quando una strada costeggia un canale si chiama Fondamenta.
Salizada indica le prime strade interne alla città che vennero lastricate, per arrivare al Ponte di Rialto, per esempio si percorre la Salizada Pio X.
Rio Terà vuol dire canale interrato, quindi una strada dove prima scorreva un canale.
La Vera da Pozzo è la parte visibile dei pozzi, in marmo e generalmente scolpita e decorata, fa bella figura in quasi ogni campo della città.
I Barbacani sono delle travi in legno che servono per ampliare il primo piano della casa, senza occupare la viabilità della calle.
I Ninzioleti (lenzuoletti) sono i “cartelli” bianchi dipinti sui muri delle abitazioni e stanno ad indicare i nomi delle calli, dei campi o dei Sestieri…
…Sestieri, sono i “quartieri” di Venezia, che sono sei, da una parte del Canale si trovano San Marco, Castello e Cannaregio e dall’altra San Polo, Santa Croce e Dorsoduro.
Arriviamo a Venezia dall'acqua e precisamente dalla direzione del mare, quindi con il motoscafo arriviamo nel Bacino di San Marco: il vero ingresso alla città!
Qui arrivavano, un tempo, tutte le Galere sia mercantili che da guerra ed è come una grande piazza d’acqua dalla quale si diramano vie d’acqua, i canali, che raggiungono ogni angolo della città.
Iniziamo la nostra passeggiata di oggi che andrà dalla Piazza sino al Ponte di Rialto.
Scese dal motoscafo passiamo davanti al Palazzo delle Prigioni, attraversiamo il Ponte de la Pagia, che ha preso il nome dalle barche della paglia che qui avevano lo stazio, ma ora è il momento per una leggenda:
Si narra che il 15 febbraio 1340, mentre imperversava una terribile bufera, un vecchio e povero pescatore si fosse rifugiato con la sua barca sotto al ponte.
Ad un tratto apparve un uomo che gli chiese di traghettarlo fino all’isola di San Giorgio Maggiore, dove incontrarono un altro uomo che salì a bordo e chiese al vecchio di raggiungere San Nicolò del Lido. Qui trovarono un terzo uomo che salì a bordo e i tre uomini convinsero il vecchio ad uscire dal porto, quando furono in alto mare, apparve una nave carica di spiriti infernali. A quel punto i tre uomini si rivelarono essere San Marco, San Giorgio e San Nicolò e imposero ai demoni di far cessare la terribile tempesta che minacciava di sommergere la città.
Dal Ponte da la Pagia possiamo vedere il Ponte dei Sospiri, un ponte chiuso, tutto bianco, in pietra d’Istria che collega il palazzo Ducale con le Prigioni, è detto dei sospiri perché i prigionieri attraversandolo, potevano dare un ultimo sguardo alla città, dalla finestrella e quindi sospiravano sapendo ciò che li attendeva.
Scendendo dal Ponte de la Pagia sul lato del ponte vediamo un bassorilievo della Madonna dei gondolieri, ispirata proprio da questa leggenda.
Scendendo dal Ponte de la Pagia sul lato del ponte vediamo un bassorilievo della Madonna dei gondolieri, ispirata proprio da questa leggenda.
Costeggiando il Palazzo Ducale arriviamo alla Piazzetta di San Marco, a Venezia ci sono una sola Piazza e una sola Piazzetta, quelle di San Marco. La Piazza è quella antistante la Basilica e la Piazzetta è quella che si affaccia sulla Laguna.
Arriviamo quindi davanti alle due colonne e anche qui c’è una leggenda che narra che
le colonne inizialmente fossero tre, portate come trofeo di guerra dal Doge Domenico Michiel, mentre le colonne venivano sbarcate, una cadde in acqua e non venne più recuperata. Le altre due rimasero per molto tempo adagiate sul pavimento della Piazzetta, perché nessuno sapeva come rizzarle, finché nel 1172 un architetto lombardo Nicolò Barattieri trovò la soluzione, ma come ricompensa, chiese alla Serenissima (il governo di Venezia) di poter allestire una bisca per il gioco d’azzardo tra le due colonne… la Serenissima acconsentì e le colonne vennero erette, ma ben presto se ne pentì, non potendo rimangiarsi la parola data, decise di dar luogo alle esecuzioni capitali proprio tra le due colonne.
Da qui il modo di dire veneziano “te faso vedar che ora che se” (ti faccio vedere l’ora) perché dal luogo delle esecuzioni si vede la Torre dell’Orologio.
Dal nome di Nicolò Barattieri, i giocatori d’azzardo vennero detti barattieri in senso dispregiativo.
Sulle due colone ci sono San Teodoro (Todaro), il primo protettore della città e il Leone di San Marco.
Attraversiamo la Piazzetta e ci dirigiamo verso la Torre dell’Orologio, alla nostra sinistra c’è il Campanile di San Marco, el paron de casa, all’ombra del quale un tempo si trovavano molte rivendite di vino sfuso, ecco perché a Venezia il bicchiere di vino di chiama ombra.
Proseguendo troviamo tre pennoni altissimi che in realtà sono tre alberi di nave dai quali, nei giorni di festa, sventolano le bandiere dell’Italia, dell’Europa e della Serenissima
Una sosta obbligatoria per una foto sui leoni di marmo rosso della Piazzetta dei Leoncini, una volta sede del mercato delle erbe, pare che il pozzo di questa piazzetta fosse il più profondo di tutta la città.
Passando sotto la Torre iniziamo la nostra passeggiata lungo una delle strade più famose di Venezia la Marzaria de l’Orologio, poi a seguire la Marzaria del Capitello che ci porterà a Rialto.
La vecchia col mortaio, ricorda un fatto accaduto nel 1310, quando la congiura di Bajamonte Tiepolo e Marco Querini fallì, perché una vecchia, sentendo rumore provenire dalla calle, si affacciò curiosa e fece cadere il mortaio che teneva sulla finestra, proprio sulla testa del capo dei rivoltosi… la Serenissima, per gratitudine, permise alla vecchia di vivere tutta la vita in quella casa, senza pagare la pigione.
Il Ponte dei Bareteri così detto perché i Bareteri (berrettai) avevano qui attorno molte botteghe.
Il Sotoportego de le Acque, il suo nome non ha nulla a che vedere con i canali di Venezia ma deriva da una di quelle botteghe dette “caffè” che anticamente erano dette “delle Acque” nelle quali si vendevano cioccolato, caffè e acque gelate e rinfrescanti.
ninzioleto |
Percorrendo la Salizada Pio X finalmente arriviamo al Ponte di Rialto.
Il primo passaggio sul Canal Grande fu un ponte di barche realizzato nel 1181 da Nicolò Barattieri, lo stesso che innalzò le due colonne in Piazza San Marco.
La costruzione sul Canale fu chiamata Ponte della Moneta, probabilmente per via della sua collocazione nei pressi dell’Antica Zecca di Venezia.
Questa zona ospitava originariamente il mercato del cibo e, col passare del tempo, l’importanza del cosiddetto mercato di Rialto sulla sponda orientale del canale crebbe fino a fare aumentare il traffico sul ponte galleggiante.
Tuttora il Mercato di Rialto è meta dei Veneziani per gli acquisti di frutta, verdura e pesce.
Attorno al 1250 al posto del ponte di barche venne costruito un vero e proprio ponte di legno.
La struttura era costituita da due rampe inclinate con una sezione centrale, che poteva essere sollevata in modo da permettere il passaggio delle navi più alte.
Fu a questo punto che, vista la stretta connessione tra mercato e ponte, quest’ultimo vide mutare il proprio nome in Ponte di Rialto.
Nella prima metà del XV secolo lungo i lati del ponte vennero costruite due file di negozi. I proventi derivanti dagli affitti, riscossi dalla tesoreria di stato, contribuivano alla manutenzione del ponte, essenziale per la struttura di legno.
Il ponte non ebbe vita facile: nel 1310 il ponte fu parzialmente bruciato durante la rivolta guidata da Bajamonte Tiepolo (quello del mortaio della vecchia); nel 1444 crollò sotto il peso della folla radunata per assistere ad una sfilata di barche; crollò nuovamente nel 1524. Fu anche per questi incidenti che, nel 1503, era stata proposta per la prima volta la costruzione di un ponte in pietra. Diversi furono i progetti valutati nei decenni successivi.
Nel 1551 le autorità veneziane indissero un bando per il rifacimento del Ponte di Rialto, che mosse architetti famosi come Jacopo Sansovino, Andrea Palladio e il Vignola a presentare progetti di approccio classico, con diverse arcate, che non fu giudicato adatto alla situazione.
L'attuale ponte in pietra ad arcata unica, disegnato da Antonio da Ponte, fu completato nel 1591. La struttura è molto simile a quella del precedente ponte in legno: due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati.
Secondo alcuni il progetto era troppo audace dal punto di vista ingegneristico: secondo l'architetto Vincenzo Scamozzi il ponte sarebbe crollato.
Il ponte invece resiste tuttora, ed è diventato uno dei simboli di Venezia.
La balaustra del Ponte di Rialto, è stata costruita con un materiale di colore bianco luminoso e molto compatta: la Pietra d’Istria, un materiale molto diffuso a Venezia… guardatevi attorno e ve ne accorgerete!
Per oggi è tutto, ora andiamo dalla nonna a far merenda!
Ci vediamo al prossimo citytour.
Ci vediamo al prossimo citytour.
Brava Monica. Un ripasso, anche ai veneziani, non fa mai male!
RispondiEliminaDeborah, il prossimo city tour lo facciamo assieme!
RispondiEliminaLavoro bellissimo! Ma....come sono state erette le colonne?
RispondiEliminaMah... non ne ho trovata notizia per ora... continuerò a spulciare ;)
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