lunedì 3 aprile 2023

Un libro dallo scaffale: Il Suggeritore di Donato Carrisi


Il suggeritore

di Donato Carrisi


Per me si tratta del secondo libro di Carrisi, prima di questo avevo letto “La casa delle voci” che mi era piaciuto nonostante io non sia un'appassionata di libri gialli e che mi ha portato ad accettare il suggerimento di Audible per quest'altro volume.

Si tratta del suo primo libro e del primo della serie con l’investigatore Mila Vasquez.

Durante questo primo libro, attraverso le indagini sul caso, lo scrittore ci fa conoscere la storia e la personalità di Mila.

Anche gli altri personaggi sono ben descritti e la storia è piena di colpi di scena che portano ad un finale inaspettato.

Nonostante durante la lettura io abbia avuto qualche intuizione, queste non hanno rovinato la suspense.

Un paio di azioni troppo naif dal risultato scontato hanno reso la lettura leggermente “noiosa” in un paio di tratti… cisa che non era mai accaduto con l’altro libro. Immagino sia dovuto al fatto che questa è la sua prima opera. Nonostante ciò la trama intrigante mi ha convito a leggere gli altri della seria con Mila.

Trama:

L’agente Mila Vasquez esperta nel ritrovare bambini spariti, dopo un felice epilogo del suo ultimo caso, dove ha liberato 2 vittime di un pedofilo, viene inviata a supporto di un’unità speciale che si occupa di serial killer. Cinque bambine sono sparite e in un bosco viene ritrovato un “cimitero” nel quale sono sepolte 6 braccia… 

Ogni tassello dell’indagini fa scoprire altri casi, altri colpevoli altri mostri che si sono macchiati di delitti orribili fino a giungere all’inaspettata conclusione.


  

giovedì 16 marzo 2023

Un libro dallo scaffale: Il colibrì


 Il colibrì 

di Sandro Veronesi

Un libro bizzarro, a tratti mi ha annoiata perché non capivo dove andasse a parare.
Lunghe descrizioni dettagliate che ti fanno un pochino perdere il filo. Una narrazione fatta di salti avanti e indietro nel tempo che riallaccia le mille parti della vita del protagonista.
La storia si un uomo, della sua vita, delle sue scelte e delle sue rinuncie.

Un po' come Stoner, si tratta solo della vita di un uomo, nulla di eroico o di eccezionale , semplicemente la vita di un uomo.

A tratti lo si può  catalogare come un romanzo epistolare: le lettere tra Marco e Luisa, le mail tra Marco e suo fratello.
In altri momenti invece c'è una voce narrante che si occupa di descrivere le parti più dolorose della vita del Colibrì.

Non avevo mai letto nulla di Veronesi, questo suo libro non mi ha entusiasmata.

sabato 11 marzo 2023

Un libro dallo scaffale: Oliva Denaro

Ho letto questo libro l'8 marzo Giornata Internazionale della Donna

 
Oliva Denaro
di Viola Ardone

La storia di una ragazzina che capisce fin da piccola che lei e il suo fratello gemello, maschio, sono diversi per la società e verranno trattati in modo diverso sempre.
La madre le spiega sin da subito le mille regole della vita, per crescere onesta.
Regole che non toccano suo fratello, né gli altri maschi.

"La femmina è una brocca e chi la rompe se la piglia" le ripete sempre sua madre.

"La femmina è una brocca" e se si rompe non vale più niente ... gli uomini non sono brocche.

Oliva Denaro vive in un mondo fatto di regole antiche, tramandate di madre in figlia, impossibili da rispettare tutte... è facile cadere in fallo  anche un sono piccolissimo errore darà il diritto alle "male forbici" di sparlare e condannare.
Un mondo fatto di uomini che hanno sempre ragione e possono fare ciò che vogliono e di donne che condannano le altre donne per potersi sentire dalla parte giusta, dalla parte di quelle brave, onorate.


Perché la donna altro non ha che l'onore e l'uomo che la "disonora" risolve tutto col matrimonio ... anche se la ragazza non è d'accordo.
Ma la ragazza deve essere d'accordo perché chi altro se la piglierebbe una "disonorata" ... e il disonore resterebbe come macchia su tutta la famiglia. E la famiglia di Oliva ha già dovuto provvedere ad un matrimonio riparatore, la sorella Fortunata si è sposata con l'abito bianco che tirava sulla pancia.

L'unico rifugio sicuro per la donna è il matrimonio, così quando un magnaccia di Martorana si invaghisce di Oliva, la madre corre ai ripari trovandole un accordo matrimoniale con un ragazzo benestante ma cieco. Lui menomato e lei senza denari da portare in dote: un matrimonio che nulla ha a che fare con l'amore, ma con solo la convenienza.


***SPOILER***
Ma finché non hai la fede al dito non sei ancora al sicuro, tutto può  accadere... Oliva viene rapita e disonorata, violentata dal suo spasimante. A questo punto non le resta che la via del matrimonio riparatore. Ma Oliva ha un padre taciturno e tranquillo ma molto moderno e determinato a salvare la sua seconda figlia dalla triste fine che fece la primogenita. Oliva per la prima volta in vita sua ha diritto di scegliere: può accettare il matrimonio riparatore o può andare alla caserma dei carabinieri a sporgere denuncia.

La storia di Oliva mi ha ricordato quella di Franca Viola che nel 1947 rifiuto di sposare il suo stupratore. La storia do Oliva è però ambientata molto dopo, nel 1960, ma le cose ancora non sono cambiate!

Purtroppo le cie ci misero scorso molto per cambiare, almeno dal punto di vista della legge.
"La legge n. 66 del 15 febbraio 1996, "Norme contro la violenza sessuale", si afferma il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona, che viene coartata nella sua libertà sessuale, e non contro la morale pubblica."

Ancora di strada ne dobbiamo fare, per non colpevolizzare la vittima di stupro invece del suo carnefice. Per evitare che il processo sia una tortura per la vittima.
Per scardinare il pensiero che fa sempre capolino, un comportamento sbagliato della donna, che abbia dato il diritto all'uomo di agire contro il suo volere: "ma lei cosa aveva fatto, com'era vestita, cosa gli aveva fatto credere, era ubriaca, era fuori da sola a tarda notte..."


Come consiglia la madre di Oliva: meglio tenere gli occhi bassi perché "donna che sorridere ha detto sì!"
 

In francese il libro è stato intitolato "la scelta"



sabato 4 marzo 2023

Un libro dallo scaffale: Per il mio bene

 



Leggo molto, da sempre, su ogni supporto: cartaceo, comprato, preso in prestito,scaricato in pdf, sull' e-readeer, sul telefono... durante la pandemia ho scoperto gli audiolibri, li ascoltavo durante le mie lunghe passeggiate in solitaria. Ora li ascolto in macchina andando al lavoro : circa due anni fa mi si è rotta l'autoradio e da circa un anno l'ho rimpiazzata con gli audiolibri.

Uno degli ultimi libri ascoltati e stato Per il mio bene di Ema Stokholma.

Un libro autobiografico, intensissimo, letto dalla stessa autrice. Racconta di un infanzia terribile trascorsa con una madre malata, violenta e abusiva, di un padre assente e di come questa bambina sia riuscita a scappare alle grinfie del mostro.
Appena quindicenne riesce nella fuga dalla madre, fuga che aveva tentato molte altre volte, arriva in Italia dove pensa di trovare un aiuto nel padre, ma in realtà Morween si salverà da sola.

Dopo i primi 10 minuti di audiolibro ho dovuto fare una pausa tale è stato il colpo allo stomaco dato dal duro racconto del primo atto di violenza.

Molte recensioni hanno criticato lo stile semplice della scrittura: è vero, sembra un tema fatto a scuola... ma racconta la vita di una bambina ed è raccontato al presente in prima persona .
Inoltre il tono un po' monocorde della voce di Ema la fa sembrare distaccata e quasi apatica nei confronti di quando sta racvontando: l'effetto per chi ascolta è devastante. Almeno per me lo è stato.

Consiglio questo libro, una lettura breve ma intensa e carica di pathos che fa riflettere su quello che vivono certi bambini e sull'indifferenza che li circonda: nessuno ha capito? Nessuno ha teso loro la mano.

Ho scoperto Ema Stokholma tramite il programma "Ballando con le stelle", ammetto che prima non sapevo chi lei fosse.
Durante una sua intervista ha detto di essere grande amica di Andrea Delogu, anche lei ha avuto un'infanzia particolare, cresciuta a San Patrignano.
Di lei vi consiglio il libro La collina.La collina.

giovedì 2 marzo 2023

Club del Libro: La ragazza della palude

 

La ragazza della Palude (Where the Crawdads sing)

di Delia Owens


Ho letto, anzi ho ascoltato questo libro senza sapere che fosse un successo da 6 milioni di copie e senza sapere che vi era stato tratto un film... si è trattato semplicemente un consiglio di Audible. Data un'occhiata alla sinopsi ho deciso di ascoltarlo ed è stata un'ottima decisione perchè la storia mi è piaciuta molto.

Quando due ragazzini ritrovano, nella palude vicino a Barkley Cove, il corpo senza vita di Chase, tutti in paese hanno già chiara in mente la colpevole: la ragazza della palude, Kya!

Da questo momento il racconto si sviluppa su due piani temporali: il presente che segue le indagini sull'omicidio e il flash back che ci racconta la vita difficile di Kya.

La sua è una storia di abbandono da parte della famiglia: prima abbandonata dalla madre in quella catapecchia nella palude, che lei chiama casa, in compagnia di un fratello poco più grande e di un padre assente. Quando la mamma scappa, da quella famiglia se n'erano già andate le sorelle più grandi e poco dopo partirà anche il fratello. Il padre, sempre più assente e sempre più perso nei suoi rimpianti, sparirà anche lui, le sue assenze si faranno sempre più lunghe finché un giorno non tornerà. La piccola Kya a soli 10 anni dovrà imparare a cavarsela da sola.

Nonostante i pregiudizi e l'emarginazione da parte degli abitanti del paese, nonostante un solo ed unico giorno di scuola, Kya trova qualcuno che le tende una mano: Jumping e sua moglie, due neri che vivono fuori dal villaggio, nella "black town" trovano il modo di starle vicini e di aiutarla con discrezione e saranno un surrogato di famiglia, di affetto genitoriale.

Oltre a loro anche un ragazzino, amico del fratello, si interessa alla ragazza della palude e le insegna a leggere affrancandola da un vita di ignoranza. I due ragazzi nutrono un amore viscerale per la loro palude e questo segnerà il loro cammino fino alla fine dei loro giorni. Kya scopre l'amore adolescenziale e anche la crudeltà dell'emarginazione grazie proprio a Chase.

La narrazione si alterna tra il passato e il presente fino ad arrivare al processo che vede Kya accusata dell'omicidio di Chase. Leggendo la parte riguardante il processo mi è tornato in mente "Il buio oltre la siepe", anche qui l'imputato sembra già essere dichiarato colpevole prima del verdetto.

Un libro ce parla di emarginazione e pregiudizio ma anche di amore: l'amore negato dalla famiglia, l'amore di chi tende una mano a qualcuno in difficoltà, l'amore per la natura, l'amore adolescenziale e poi quello dell'età matura, l'amore tradito.

Un libro che tocca temi quali l'abbandono, la solitudine di una vita ai margini e la discriminazione del diverso che fa agire in modo egoista e cattivo, anche quando si tratta di una bambina. Ma un libro che parla anche di riscatto, di come Kya sia riuscita a diventare una donna forte e indipendente.

Le descrizioni dei paesaggi, degli animali e dei fenomeni naturali sono resi in maniera magistrale.







 

giovedì 2 febbraio 2023

2 febbraio: la Chandeleur e le crêpes

 

Immagine dal web

La festa della Candelora, ogni anno il 2 febbraio qui in Belgio si scatena la preparazione delle crêpe a cui è  molto legata anche se il nome di questa festività nasce dall'uso delle candele: l'espressione latina festa candelarum "festa delle candele".  

Per i cristiani, la Candelora chiude il ciclo della Natività, dopo il Natale e l'Epifania.  Commemora la presentazione di Cristo al tempio di Gerusalemme e la purificazione di Maria.  A quel tempo, la tradizione ebraica imponeva che i primogeniti fossero presentati al tempio entro 40 giorni dalla nascita.  Quella di Gesù è stata fissata per il 25 dicembre, la Candelora cade ogni anno il 2 febbraio. È anche in questo giorno che il presepe viene rimosso nella tradizione provenzale.


Questa festa, come molte altre, ha in realtà un'origine pagana.  Secondo l'usanza, i contadini percorrevano i campi portando fiaccole per purificare il terreno prima della semina.  Nel V secolo la Chiesa Cattolica sostituì la festa pagan con la Presentazione di Gesù al tempio.

Immagine dal web



Da dove viene l'usanza di preparare le crêpe? 

La forma tonda e il colore dorato delle crêpe rappresentavano il disco solare e il ritorno alla luce.  Infatti, all'inizio di febbraio, le giornate iniziano gradualmente ad allungarsi.  Preparare e mangiare delle crêpe sarebbe quindi un omaggio al ciclo delle stagioni e più precisamente all'arrivo della Primavera che annuncia giorni migliori.
Tradizionalmente le crêpe venivano preparate con la farina dell'anno precedente, simbolo di prosperità per l'anno a venire.

Questa festa era anche accompagnata da superstizioni.  Se i contadini non avessero cotto le crêpe il giorno della Candelora, il raccolto del grano sarebbe andato a male l'anno seguente.  Per assicurarsi un buon raccolto e finanze prospere, dovevano girare la prima crêpe lanciandola in aria con la mano destra mentre tenevano un Louis d'or nella mano sinistra, assicurandosi che cadesse perfettamente nella padella.
Alcuni, soprattutto nel sud-ovest, mettevano addirittura la prima crepe in cima a una credenza per garantire felicità e prosperità in casa tutto l'anno.

A Venezia invece il 2 febbraio si recita questa filastrocca 

Madonna della Candelora dell’inverno semo fora ma se piove o tira vento de l’inverno semo ancora dentro

domenica 15 gennaio 2023

Banana bread allo yogurt con mirtilli e gocce di cioccolato

 Lo hanno fatto tutti, in mille modi ... ed è giunto anche il mio momento: quelle due banane super mature non se le sarebbe mangiate NESSUNO!





Ingredienti

  • 2 banane mature (circa 350gr)
  • 1 uovo medio
  • 125 gr di yogurt al naturale
  • 80 g burro fuso /60gr di olio
  • 50 g zucchero
  • 250 g farina integrale
  • 15gr  di lievito chimico per dolci
  • 50 gr di gocce di cioccolato
  • Mirtilli a piacere


Preriscaldare il forno a 180 gradi.

Schiacciare le banane con una forchetta fino a ridurle in purea.

Aggiungere gli ingredienti umidi:  uovo, yogurt, burro.
Incorporare lo zucchero.
Mescolare con una frusta fino a rendere il composto omogeneo, a questo punto incorporare la farina setacciata con il lievito.

Aggiungere da ultime le gocce di cioccolato e i mirtilli.

Versare il composto in uno stampo da plumcake rivestito con carta da forno, livellare e decorate con mirtilli e altre gocce di cioccolato.

Cuocere per 70 minuti circa in modalità statica.
Fare la prova stecchino per essere sicuri della cottura.

Sformare con l'aiuto della carta da forno solo quando il dolce sarà tiepido.

Lasciar raffreddare completamente  su una gratella prima di tagliare a fette.  Il dolce è molto morbido e se ancora caldo, potrebbe sgretolarsi.

Ottimo servito con un buon tè dal gusto forte o con una tazza di caffè, in contrasto con la dolcezza del banana bread. 


domenica 28 agosto 2022

La Ducasse di Ath e la sfilata dei giganti

 


Doucasse d'Ath: Cortège des géants


A fine agosto si svolge la Ducasse (termine derivato dalla parola "dédicace" dedizione) con la sua sfilata di giganti.  I festeggiamenti durano più giorni: sabato, intorno alle 15, si celebra il matrimonio degli sposi Monsieur e Madame Gouyasse (parola patois per Golia), benedetti nella chiesa di St-Julien durante i vespri. Gli sposi tornano al municipio dove il pastore David affronta il gigante filisteo.  Durante questo combattimento unico, i due protagonisti recitano un dialogo chiamato "Bonimée".  Se il pastore vince il combattimento, i giganti iniziano la loro danza tradizionale.

La domenica, dalle 10:00 e alle 15:00, i giganti, alti più di 4 m e pesanti più di 100 kg, danzano per la città su musiche incalzanti e ritmate, con grande partecipazione della folla che canta e batte il ritmo con le mani.  I giganti sono:L'aquila a due teste, Sansone, Ambiorix, Mademoiselle Victoire, Le Cheval Bayard, Golia e Madame Golia.

I giganti della Ducasse d'Ath sono stati riconosciuti dall'UNESCO come capolavori del patrimonio culturale immateriale dell'umanità con l'appellativo di giganti processionali e draghi del Belgio e della Francia.  Escono solo in questa occasione, la quarta domenica di agosto.





domenica 16 gennaio 2022

Aceto bianco aromatizzato per pulizie profumate

 L'aceto bianco è utile per le pulizie di casa , io lo uso soprattutto in cucina, ma capita che il suo odore pungente non sia  gradito a tutti.

Per rendere più delicato l'odore dell'aceto si può profumare lasciando in infusione delle spezie o le bucce degli agrumi. Basta scaldare leggermente l'aceto, introdurvi le foglie scelte o le bucce di agrume e lasciare tutto a bacerei per una settimana.

Se si usano spezie bisogna far attenzione che non rilascino colore scuro che poi potrebbe macchiare le superfici.

Dopo una settimana filtrate l'aceto e riempite un flacone spray con metà aceto e metà acqua demineralizzata (io uso quella dell'asciugatrice) in modo da non avere residui di calcare.

In questa stagione di spremute mattutine, ho voluto utilizzare le bucce delle arance. Con un pela patate o un coltellino affilato bisogna tagliare la parte arancione della buccia, dove sono contenuti gli olii essenziali.



Un altro modo, più rapido, per profumare l'aceto è usare direttamente gli olii esseziali e quindi potete scegliere il profumo che più vi aggrada






domenica 9 gennaio 2022

Biscotti al cocco con 3 ingredienti: vegani e non vegani

 



La foto non rende loro giustizia, ma sono buonissimi, profumatissimi e facili da fare.
Sono il mio cavallo di battaglia se serve un dolcetto veloce da fare, per un invito ad un caffè o se una delle ragazze si deve trovare a studiare con le amiche. 
Sono golosissimi e uno tira l'altro.

La ricetta che uso da sempre prevede:
  • 3 albumi
  • 250 gr di zucchero
  • 250 gr di cocco rappresenta
Montate gli albumi e quando iniziano a prendere consistenza aggiungete lo zucchero e continuate a montare. 
Da ultimo incorporate il cocco. 
Quando avrete una consistenza omogenea, con le mani formate delle palline e mettetele su una teglia ricoperta con carta da forno.
Cuocere 10/12 minuti (devono dorarsi sulla superficie) a 180⁰C.
Una volta cotti estraeteli dal forno e lasciateli raffreddare completamente prima di toccarli. In questo modo prenderanno ka giusta consistenza e non vi si rompevano in mano.

𝕍𝔼ℝ𝕊𝕀𝕆ℕ𝔼 𝕍𝔼𝔾𝔸ℕ𝔸
L'unico ingrediente da sostituire sono gli albumi, che sostituire con 6 cucchiai di 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐟𝐚𝐛𝐚 (l'acqua di cottura dei ceci) ben fredda, da montare a neve con l'aggiunta di un cucchiaino di limone.
Per il resto stesso procedimento.

Mi son venuti un po' più piatti rispetto a quelli con gli albumi, ma credo sia perché avevo una busta di cocco già iniziata... qui di jon erano proprio 250gr




Il sapore ottimo: nin si sente alcuna differenza.
Proverò ad usare l'acqua di cottura dei ceci anche per altre ricette... 

 

martedì 7 dicembre 2021

San Nicolas , le Père Fouettard e le Cougnou


Ieri 6 dicembre si festeggiava San Nicola, San Nicolas, Sankt Nikolaus, Sint Nicolaas...
Si festeggia in molti paesi e qui in Belgio è una ricorrenza molto sentita da grandi e da piccini. fin dal primo anno della nostra esperienza belga abbiamo potuto apprezzare il forte sentimento per questa tradizione. Le scuole organizzano la colazione di san Nicola durante la quale viene offerta cioccolata calda e il tradizionale Cougnou. Nonostante il covid abbia impedito ai ragazzi di riunirsi nella caffetteria per la "petit déjeuner de Saint-Nicolas" gli insegnanti hanno fatto trovare sul banco di ogni scolaro (anche per i ragazzi delle scuole superiori) un bricchetto di latte al cioccolato e un piccolo cougnou confezionato.

Saint Nicolas è una festa cattolica ispirata al personaggio del Vescovo di Myra. Con la sua lunga barba, la mitra sulla testa e la sua leggendaria bonarietà, è un personaggio che i bambini belgi aspettano con gioia la mattina del 6 dicembre.

Una tradizione che si divide tra storia e leggenda

 Il personaggio di San Nicola è ispirato alla storia del Vescovo di Myra che nacque alla fine del III secolo in Asia Minore nella regione corrispondente all'odierna Turchia. Era noto per la sua generosità, la sua gentilezza e la sua volontà di combattere i culti greci e romani. Per tutta la vita avrebbe salvato sulla sua strada, marinai, bambini, commercianti o addirittura avvocati. Si dice che dalla sua testa sgorghi una sorgente d'olio e dai suoi piedi una sorgente d'acqua e che da tutte le sue membra esca un olio santo che guarisce molte persone. Dopo la sua morte gli furono attribuiti molti miracoli. Fu imprigionato, poi ucciso durante le persecuzioni  dell’Impero Romano. Il 6 dicembre è l'anniversario della sua morte ed è in questo giorno che si è scelto di rendergli omaggio.

La leggenda di San Nicolas ha origini nel medioevo

Tutto ebbe inizio con la reliquia di una falange attribuita al grande Santo, forse Nicolas de Myre oppure Sion, che nel X secolo arrivò da Bari, (da dove sarebbe originario Nicolas de Myre) al Ducato di Lorena. Da questa falange, fu deciso di costruire una basilica a Nancy dedicata a Nicolas che divenne poi il patrono del Ducato di Lorena.

Fu nella Lorena e nei dintorni che un secolo dopo nacque la leggenda di San Nicola. La storia originariamente parlava di tre innocenti in prigione. Ma questi si trasformeranno in tre bambini in un tino per la salatura. E come spesso accade nel Medioevo, questa storia per bambini è alquanto lugubre ...

Una mattina di fine autunno, all'avvicinarsi dell'inverno,tre bambini affamati andarono a spigolare nei campi della Lorena e persero la strada di casa. Attratti dalla luce di una casa, si avvicinarono e bussarono alla porta. Il proprietario del locale era il macellaio Pierre Lenoir, detto anche Peter Schwartz. Che li fece entrare in casa ma non per aiutarli! Li uccise e li tagliò a pezzetti per metterli in una gigantesca vasca di salatura e fare un po' di sale.

Quella stessa sera San Nicola sul suo asinello giunse alla dimora del macellaio e bussò alla porta. L'uomo, che non poteva certo scacciare un vescovo, lo accolse nella sua casa e lo invitò a restare per la cenaalla cena. Durante la cena San Nicola chiese un po’ di sale e il macellaio, certo di essere stato scoperto, confessò il suo crimine. Saint Nicolas mise tre dita sulla vasca di salatura e resuscitò i bambini.

Per punire il macellaio, San Nicola lo incatenò al suo asino. Fu a questo punto della storia che il suo nome si trasformo in Père Fouettard, un personaggio irascibile e violento che sgrida i bambini che non sono stati buoni.  Pére Fouettard è quindi l’alter ego di San Nicola. La figura di san Nicola diede origine, in alcuni paesi, a  Santa Klaus e infine divenne Babbo Natale come lo conosciamo oggi.

Ai giorni nostri la leggenda di Saint-Nicolas è diventata più dolce: nessun omicidio né bambini tagliati a pezzi e i rimproveri ai bambini che non sono buoni sono un ammonimento delle giornate precedenti ma la mattina del 6 dicembre ci saranno ovunque regali e dolci illimitati per tutti.

Saint-Nicolas si festeggia in Belgio e Olanda (dove passa il 5 dicembre), in Lussemburgo, nel nord-est della Francia e in Germania, Svizzera e Austria e in alcune regioni dell’Italia ma anche in Polonia e in Romania. 

Quest'anno mi sono cimentata anche io nella preparazione casalinga del tradizionale Cougnou



Ingrdienti

  • 250 gr farina
  • 15 gr di lievito di birra fresco 
  • 150 ml di latte
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 50 gr di zucchero
  • 75 gr di burro morbido
  • un pizzico di sale
  • granella di zucchero / gocce di cioccolato / uvetta (opzionali)
Io ho scelto di fare la versione nature quindi senza granella di zucchero sulla superficie (versione sucré) o gocce di cioccolato o uvetta nell'impasto (rispettivamente versioni au chocolat e versione au raisines).
Fate una fontana con la farina, nel mezzo versate il latte tiepido nel quale avrete sciolto il lievito e aggiungete anche il tuorlo. Aggiungete sale e zucchero e cominciate a lavorare gli ingredienti aggiungendo un po' alla volta il burro morbido.
una vota ottenuto un composto omogeneo mettetelo a lievitare a campana per un ora.
riprendete l'impasto, lavoratelo un po' e poi dategli la tipica forma (dovrebbe ricordare un bebè in fasce) e fate lievitare per un'altra ora.



Spennellate la superficie del dolce con dell'uovo sbattuto (a questo punto se volete la versione sucré potete aggiungere la granella di zucchero) e cuocete in forno preriscaldato a 200 gradi per 25, 30 minuti.
Si può fare la sera prima per averlo pronto per la colazione, l'impasto contiene uova e burro quindi rimane morbido.



venerdì 3 dicembre 2021

Un libro dallo scaffale: La scomparsa di Stephanie Mailer di Joël Dicker

La scomparsa di Stephanie Mailer 

di Joël Dicker

Questo mese il Club del Libro ha scelto un libro del genere Giallo, genere del quale io non sono una grande estimatrice, quindi ho lasciato i suggerimenti alle altre componenti del gruppo.

Personalmente sono un disastro a risolvere i polizieschi, non capisco mai chi sia il colpevole, per questo motivo, spinta dalla curiosità, leggo i libri gialli sempre molto velocemente. Questa volta mi sono goduta di più la lettura perchè i continui flash back mi hanno coinvolta e non ero solo focalizzata sullo scoprire il colpevole.

La storia è un continuo rimbalzo tra il 2014 e il 1994, sembra di vedere una puntata di Cold Case.

Il capitano della polizia di New York Jesse Rosemberg, la sera della cerimonia per il suo pensionamento, viene avvicinato dalla giornalista Stephanie Mailer. La giovane reporter dell' Orphea Cronicle vuole parlare con lui di un quadruplice omicidio avvenuto 20 anni prima nella cittadina di Orphea: vennero uccisi il Sindaco Gordon, sua moglie, il figlio e Meghan Paladin. La donna sostiene che nel 1994, Rosemberg e il suo collega Derek Scott presero un granchio, si sbagliarono di grosso "ciò che era sotto gli occhi di tutti non fu visto, e venne accusata la persona sbagliata" Ted Tennenbaum che durante le indagini morì in un incidente.

Quando Rosemberg vuole ricontattare Stephanie non riesce a trovarla e cercando la giornalista scomparsa gli sorgeranno dei dubbi sul quel caso risolto così brillantemente ad inizio carriera. Chiederà aiuto al suo collega di un tempo e da quel punto il libro è un continuo andirivieni tra il 2014 2e il 1994 non solo per i due detective , ma per tutti i personaggi che ruotano attorno a questa vicenda.

Ci sono molti personaggi, tutti con delle storie molto interessanti e fino alla fine non si capisce chi sia il colpevole perchè apparentemente molti avrebbero avuto motivo di uccidere ... 


L'autore

Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985, dove vive tuttora. È autore di cinque romanzi tradotti in 40 lingue che hanno venduto oltre 10 milioni di copie.

Il suo romanzo "La verità sull'affare Harry Quebert" è stato il romanzo in lingua francese più venduto dell'ultimo decennio nell'editoria francese.

Nel 2018 "La Disparition de Stéphanie Mailer" è stato il libro più venduto in Francia in quell'anno.

Joël Dicker ha vinto premi in molti paesi. In Francia ha ricevuto il premio Erwan Bergot per "Gli ultimi giorni dei nostri padri", poi il premio alla vocazione Bleustein-Blanchet, il Grand prix du roman de l'Académie française e il Prix Goncourt des Lycéens per "La verità sull'affare Harry Quebert". Quest'ultimo romanzo è stato anche eletto tra "i 101 romanzi preferiti dai lettori del mondo" ed è stato adattato in serie televisiva da Jean-Jacques Annaud con Patrick Dempsey nel ruolo principale.


venerdì 19 novembre 2021

Un libro dallo scaffale: La casa del gelsomino bianco. Recensione e intervista all'autrice.




La casa del gelsomino bianco

di
Sara Serra



Il primo aggettivo che mi viene in mente riguardo a questo libro è profumato. Le descrizioni che Sara fa dei luoghi e delle stagioni, te ne fanno sentire i profumi.

Una storia prevalentemente al femminile nella quale i protagonisti sono delineati in maniera dettagliata ma mai eccessiva. Pare che l'autrice sappia esattamente quanto il lettore voglia conoscere dei vari personaggi e non eccede mai. 

Si tratta della storia di una famiglia declinata al femminile: tre cugine e due zie attorno alle quali gravitano alcune figure maschili. un libro che parla di donne, della loro forza, delle loro debolezze, delle capacità e dei sogni ma anche delle paure e dei dolori.
la storia si dipana in un continuo andirivieni tra passato e presente, qualcosa rimane non raccontato e si percepisce che sia un fatto importante: il giusto pizzico di sale che da sapore al racconto e ti tiene incollata alle pagine.
La tisaneria alla quale Alena vuole ridare vita sembra il sogno segreto di ogni lettrice accanita.

«A essere sincera», ammisi, «non ho ancora preparato un piano per il negozio. Devo lavorarci su ma ho già le idee chiare. Oltre ai nostri infusi vorrei servire prodotti da forno e pasticceria, creare un ambiente caldo e intimo: un rifugio per chi ama leggere e sorseggiare qualche infuso tra un libro e un altro o semplicemente con qualcuno accanto.»

Due uomini appaiono nella vita della protagonista, entrambi in qualche modo legati al suo passato e forse faranno parte del suo futuro. Sicuramente però Alena è concentrata sul presente , sul progetto di rilanciare e rimettere a nuovo l'azienda di famiglia: non è forse per questo che è tornata dal Canada?

Questo libro può essere letto dando rilevanza a diversi aspetti: la crescita personale, la storia di una famiglia, la progettualità femminile e la determinazione quando si tratta di lavoro.

Alena nella sua tisaneria propone infusi speciali, dalle zie ha imparato le caratteristiche delle erbe e il suo istinto la a iuta a trovare la miscela giusta per ogni persona, quello che lei chiama "infuso rivelatore"... un po' come la Vianne di Chocolat.
Ho sempre pensato che sarebbe bello entrare in un locale e trovare qualcuno che si prenda cura di trovare la giusta combinazione di spezie per la tua cioccolata, il giusto mix di erbe pe la tua tisana o la giusta tostatura per il tuo caffè.

Alena lotta a fianco delle sue cugine e delle zie per mantenere in vita l'azienda di famiglia, il frutteto, il vigneto e i cavalli, ma i problemi sono tanti. Ce la farà il finanziatore a dare l'aiuto necessario?

"Poteva sembrare sciocco piangere la morte di uno stupido albero ma era come se, ancora una volta, fossi venuta meno al lavoro dei miei nonni e come se dovessi vedere un altro pezzettino della tenuta sgretolarsi sotto ai miei occhi impotenti." 

Qual è il motivo che ha spinto Alena a fuggire in Canada per tre anni? 
Perché Cleo è così aspra nei suoi confronti?
Ethan, compagno di tutta la vita, sarà relegato al ruolo di amico?

«Mi dispiace così tanto, piccolo mio. Non so davvero perché tutto questo stia succedendo a noi», provò a dirmi con la voce rotta dal pianto.

Ad un certo punto della narrazione, quello che sembrava essere il racconto realistico di una storia famigliare, prende una piega più fantastica e spirituale. Questo cambio di direzione mi ha colto alla sprovvista ed ha scatenato in me un certo disappunto. Temevo che il lato surreale avrebbe preso il sopravvento stravolgendo quella storia di famiglia e sentimenti alla quale mi ero così affezionata. L'autrice è stata in grado di calmierare bene questi due elementi spiazzandomi con più di un colpo d scena.

«La vita non è che un continuo susseguirsi di cicli e ricicli, di scene che si ripetono e immagini che si susseguono negli anni», disse. «Quando tutto sembra finito, qualcosa di più bello è pronto a ricominciare.»

Il finale della storia mi ha colta impreparata, mi ha sorpresa totalmente... ma non vi svelerò nulla.

"La neve cominciò a fioccare dietro alle finestre appannate e “Villa Sole” si ammantò di bianco come una sposa timida davanti al suo inverno migliore, quello che avrebbe cristallizzato ogni fiore, ogni petalo e ogni foglia per prepararci alla più calda e colorata primavera."

 
Sara Serra è nata a Mazara del Vallo (TP) nel 1982 ma vive a Roma.
Laureata in scienze giuridiche con un passato da lit-blogger coltiva sin da piccola la passione per la scrittura e ama leggere senza distinzione di genere.
Sogna di ereditare un castello con 40 cani e un enorme libreria.

Intervista:

Quando è nata la tua voglia di scrivere? 
Già alle elementari scrivevo poesie in rima (o quasi) e storielle fantasiose. Credo che scrivere sia un vizio di famiglia, anche mio nonno ce l'aveva e anche mia sorella ama farlo. 

Hai fatto degli studi per affinare e tua capacità di scrittrice? 
Ho frequentato due corsi di scrittura creativa più un corso specifico per il genere giallo e poliziesco con tutti i suoi sottogeneri. In effetti, il thriller è uno dei generi che preferisco leggere. 

I tuoi studi universitari (scienze giuridiche indirizzo investigativo) hanno influenzato il tuo modo di scrivere i Thriller? O anche di leggerli?
Forse adesso sono più avvezza a scovare le indagini inverosimili, le situazioni assurde e inesattezze varie ed eventuali. Ma essendo romanzi, una certa libertà letteraria è più che tollerata, o no?

Quando hai pensato di essere in grado di scrivere un libro? Immagino sia un sogno che hai sempre avuto, ma quando hai realizzato che ne saresti stata capace?
Quando leggendo molti dei libri considerati imperdibili, mi sono resa conto che alcuni dei testi conclamati, su di me non avevano grande appiglio mentre, al contrario, romanzi poco noti mi sono entrati nel cuore. Ho capito che la letteratura è soggettiva e che magari ciò che scrivo può trovare il favore di qualche lettore, meno di qualche altro. Una cosa che non è soggettiva, invece, è la capacità narrativa e l'uso corretto della grammatica. Ma quelli sono gli strumenti dello scrittore che si affinano solo con la pratica e con lo studio. Frequentare i corsi di scrittura creativa e mettermi in relazione con altri autori inediti mi ha aiutato a capire come approcciarmi alla scrittura e poi, in seguito, a una casa editrice. Quando è arrivata la prima proposta di pubblicazione, allora ho avuto la certezza di esserne davvero capace. 

La trama di questo libro è abbastanza complessa, com'è nata?Un poco alla volta o quando ti sei messa a scrivere avevi già chiara in mente la storia? 
Ho scritto questo libro in sette anni. L'idea è partita da un mercato della domenica, osservando una famiglia tutta al femminile dietro al bancone della frutta e della verdura che preferivo. Poi tutto il resto è nato scrivendo. Inizio sempre prendendo appunti sui personaggi, sui luoghi, sui punti salienti della trama e poi da lì costruisco la storia in base a quello che mi dettano testa e cuore durante la stesura. A volte prevale l'uno e a volte l'altro. Dalle oltre 400 cartelle iniziali ho cominciato il vero lavoro di lima e cesello, quello che reputo il più difficile in assoluto. Ho riletto un'infinità di volte il testo modificando qualcosa ogni volta e anche Alena ed Ethan, con il passare degli anni, sono molto cambiati. Forse perché intanto sono cambiata anch'io. Ho smesso di rileggere e correggere, anche con l'aiuto della mia editor, solo pochi giorni prima del visto si stampi. Anche adesso, se lo rileggessi per intero, cambierei di sicuro qualcosina... 

I caratteri dei personaggi del libro ti sono stati ispirati da persone che conosci o sono totalmente frutto della tua fantasia? 
Assolutamente frutto della mia fantasia. Creare persone (alcuni li chiamano personaggi) dal nulla e dare loro un carattere specifico e delle peculiarità è, secondo me, la parte più divertente di scrivere un romanzo. 

Stai pensando ad un altro libro? 
Certo! A due in realtà. Uno è già in stesura. Si tratta di un romance suspense ambientato nelle Ardenne. O per lo meno l'idea è quella. Vedremo, poi, dove mi porterà la penna.



Ho letto anche i ringraziamenti alla fine del tuo libro e mi è piaciuta molto la tua riflessione alla fine

 "Non dovremmo mai fermarci noi donne, davanti a niente e nessuno. Inseguiamoli sempre i nostri sogni, realizziamo tutti i nostri desideri, facciamo tutto ciò che è in nostro potere se questo non lede alcuno ma serve a renderci felici. Non lasciamo che qualcuno ci annulli o zittisca o tenti di sopraffarci. Altrimenti, che siamo donne a fare?"


Alla fine del libro c'è un QRcode con il quale è possibile accedere ad una playlist di canzoni associate ai vari capitoli del libro.

venerdì 12 novembre 2021

Club del Libro: La cacciatrice di storie perdute di Sejal Badani

 Nel mese di ottobre, qui alla base, abbiamo cercato di ridare vita al Club del Libro, un'attività che avevamo iniziato nel marzo del 2020 pensando che il Club ci avrebbe potuto dare un'occasione di confronto e anche un momento d'incontro con le atre donne presenti qui ... poi arrivò il Covid e il Confinement.

Abbiamo continuato a leggere ed abbiamo provato ad avere degli incontri virtuali: non è andata malissimo, abbiamo comunque avuto letture condivise per 8 mesi.

Ora che le misure di distanziamento sono più morbide, abbiamo pensato di rilanciare l'attività e cominceremo con 

La cacciatrice di storie perdute 

di Sejal Badani

Best seller internazionale tradotto in 12 lingue.
Questo libro scelto un po' per caso, sperando che il titolo invogliasse un maggior numero di donne a partecipare alla lettura condivisa, si è rivelato molto appassionante. Alcune di noi hanno fatto notte fonda, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso!

Jaya, giornalista newyorchese di origini indiane parte per l'India per scoprire che cosa il nonno morente voglia lasciare a sua madre. In realtà la giovane donna sta cercando di sfuggire al dolore causato dalla terza gravidanza consecutiva finita male. Fugge dalle macerie del suo matrimonio che sembra non essere stato capace di sopravvivere al dolore delle perdite: il marito Patrick sta già guardando altrove ...
Grazie all'incontro con Ravi, un intoccabile, domestico di sua nonna e custode della storia della famiglia Jaya imparerà conoscerà la storia delle donne che l'hanno preceduta e finalmente capirà perchè sua madre le è sempre sembrata così fredda e distante. 

Una lettura scorrevole e avvincente che tratta tematiche importanti:

La maternità negata da madre natura e il modo diverso di metabolizzare il dolore all'interno della coppia. Come un dolore così grande possa dividere o unire due persone.

"Patrick rimaneva accanto a me, oppresso da tutto il suo dolore. Piangeva, mentre io non riuscivo a versare una singola lacrima. Soffriva quando il dolore che provavo non mi concedeva nessuna tregua. Il suo percorso verso la guarigione consisteva nel tornare alla vita di tutti i giorni. Ma ogni passo avanti che faceva mi lasciava sempre più indietro. Alla fine, mi sono ritrovata da sola e senza risposte su come riempire tutto quel vuoto."

La condizione della donna: a partire dalla situazione in India alla metà del secolo scorso quando grazie anche a Gandhi si sono fatti grandi passi avanti fino ad arrivare ai giorni nostri quando ancora la forza della consuetudine blocca le donne in una condizione di inferiorità. 
Jaya scopre di avere una nonna, Amisha,  che amava scrivere, proprio come lei e che grazie alla scrittura ha cercato di evadere dalla propria condizione.

"E se la tradizione non fosse altro che una scusa per mantenere le cose come sono sempre state?"

"Se la società accetta un comportamento, le conseguenze sono poche", concordò Stephen. "Ci vorrebbe una persona di spicco che si opponesse alla norma."

"La storia ci insegna che abbiamo bisogno di etichette per definire chi siamo. Per centinaia di anni, le persone hanno categorizzato le altre come esseri inferiori per sentirsi più potenti."

L'amore: quello per la famiglia, quello per i figli, quello impossibile per un uomo diverso, quello per un amico insostituibile. La storia di Amisha insegna alla nipote che si può essere forti tanto da accettare con coraggio il proprio destino. Sempre in bilico tra i suoi reali sentimenti e ciò che la società pretende da lei Amisha scrive storie che nascono prepotenti dentro di lei. Vuole imparare l'inglese per potersi migliorare, per poter leggere anche lei i libri sui quali hanno studiato i suoi fratelli e sui quali studieranno i suoi figli (tutti maschi, tranne una). Entra alla scuola britannica e conosce Stephen, un uomo dell'Impero, che la ascolta e la fa sentire una persona e non solo una donna. Un amore profondo e delicato che si scontra contro il muro delle differenze razziali.
 
La gratitudine: quella di Ravi, intoccabile assunto come servitore da Amisha, si trasforma in una lealtà e dedizione totale nei confronti della sua padrona e della sua famiglia. Sarà grazie a lui e al suo racconto che Jaya riuscirà a rimettere assieme i pezzi della propria esistenza.

Un giorno Ravi accompagna Jaya a visitare un orfanotrofio, dove lui spesso porta la pronipote, per farle capire quanto la sua vita sia felice e fortunata. Qui Jaya capisce di essere rimsta troppo a lungo concentrata sul proprio dolore.
"«Che cosa intende?» 
«Tutti i genitori sognano di avere un figlio proprio. Crescere un riflesso di sé stessi. O no?», spiega. «Ma i genitori che vengono qui ammettono di non essere riusciti a realizzare i propri sogni. Sono passati dalla disperazione alla rassegnazione. Non possono avere un figlio tutto loro, ma i loro cuori sono ancora vuoti. Passano da quella porta già con le braccia tese». 
«Ma quel bambino non è né il loro riflesso né sangue del loro sangue». 
«Questo è vero, ma in quel momento il bambino li rende una famiglia. E i genitori escono da qui consapevoli del fatto che essere madre o padre è un dono, non importa il modo in cui l’obiettivo venga raggiunto». 
Riporta la bambina addormentata nel suo lettino. «Vorrei che tutti, non solo le poche persone costrette a percorrere questa strada, sapessero che cosa si ottiene in cambio quando si dona il cuore a un bambino che non è il proprio figlio naturale»." 

L'amicizia e la forza che da essa si può trarre e l'importanza della gentilezza

  "spero di imparare a rimanere piccola quando serve, affinché gli altri possano sentirsi alti." 

Una scrittura nella quale immergersi totalmente e un finale non scontato.

Con questo post partecipo al   Venerdì del Libro di Homemademamma 

giovedì 11 novembre 2021

Torta di porridge al cioccolato e mirtilli

 



Ingredienti:

• 1/2 tazza di preparato per porridge istantaneo (45gr) BlueberryCheesecake

• 3/4 di tazza di bevanda alle nocciole bollente (185ml)

• 1/2 tazza di farina (75gr)

• 1 cucchiaino di lievito per dolci

• 1 pizzico di sale

• 75gr di burro sciolto

• 100gr di zucchero

• 2 uova medie 

• 100 gr di cioccolato fondente tritato

• 1/4 di tazza di nocciole tritate


Se usate un porridge neutro, aggiungete una manciata di mirtilli congelati.

Versate l'acqua bollente sui fiocchi d'avena e lasciate raffreddare.

Fate sciogliere il burro a bagnomaria e poi aggiungete il cioccolato e lo zucchero. Mescolate bene fino ad ottenere un composto liscio e amalgamato. Fatelo intiepidire.
Incorporate le uova una alla volta.
Aggiungete il porridge, un pizzico di sale, la farina setacciata con il lievito e per ultime le nocciole tritate.




Imburrare ed infarinare una teglia (22cm di diametro per una torta alta, una teglia quadrata un po' più grande se volete ottenere l'effetto brownies), io ho anche foderato il fondo con la carta da forno.




Cuocere nel forno caldo a 170°C per 30/35 minuti



mercoledì 3 novembre 2021

Torta di porridge alle mele



Avevo già usato i fiocchi d'avena per fare dei biscotti o li avevo tritati per fare dei muffin, ma questa volta ho voluto utilizzare i fiocchi precotti per il porridge nella preparazione di una torta. 

Per scoprire come utilizzare il quick oatmeal ho fatto una ricerca in rete, si trovano molti spunti cercando porridge cake o backed porridge. 

Nel mio caso ho usato del preparato per porridge alle mele, già insaporito alla cannella, con pezzetti di mela essiccata e noci.

Ingredienti:

1 tazza di preparato per porridge istantaneo (90gr)

1 tazza e 1/2  di acqua bollente (375ml)

1 tazza di farina (140gr)

1 cucchiaino di lievito per dolci

1 pizzico di sale

100gr di burro morbido

200gr di zucchero

3 uova medie 

3 mele: 2 tagliate a cubetti e 1 a fettine sottili

Se usate del porridge neutro, aggiungete anche un po' di cannella (a piacere), una manciata di noci/nocciole tritate grossolanamente e una manciata di mele disidratate.

In una ciotola versare l'acqua bollente sul porridge e lasciate raffreddare.

Nel frattempo in un'altra ciotola sbattete il burro con lo zucchero, il pizzico di sale e le uova, aggiungete il porridge e mescolate bene. Per ultima aggiungete la farina setacciata con il lievito. Ora aggiungete le mele tagliate a cubetti e mescolate bene in modo da dividerle nel composto.

Foderate il fondo di una teglia (24 cm di diametro) con della carta da forno, ungete con burro e spolverate con farina sia il fondo che i bordi: versate l'impasto e guarnite con la mela a fettine.

Cuocere nel forno preriscaldato a 175 gradi, modalità ventola da pasticceria o statica per 35/40 minuti.

La torta resta un pochino umida, fate la prova stecchino: quando uscirà senza impasto attaccato, la torta sarà pronta.

Lasciate rafrreddare bene prima di sformala.

Ottima servita con un tè o a con una spremuta d'arancia.




lunedì 18 ottobre 2021

Ritorno al "Caffè Lento"


 Siamo tornati al "Caffè Lento" per citare @lamagiadellespezie

Dopo 17 anni di cialde, siamo tornati alla Moka. Il motivo scatenante è stata l'ennesima rottura della macchina del caffè causata dalla durezza dell'acqua in questa zona. Nonostante usassimo la caraffa filtrante e usassimo accorgimenti come pulire spesso la macchina con prodotti decalcificanti ... la macchina continuava ad avere problemi.
Quindi il primo motivo per cui abbiamo deciso di cambiare abitudini non è molto nobile: la salvaguardia dell'ambiente non è stato il primo pensiero!
Come famiglia abbiamo fatto altre scelte sostenibili, ma il caffè era ancora uno scoglio duro da affrontare, soprattutto da quando siamo all'estero dove non è facile entrare in un bar e bersi un espresso.
Comunque, nonostante la molla scatenante non fosse un nobile principio, siamo riusciti ad eliminare la macchina con le sue cialde in plastica e i prodotti per pulirla. 
In Italia facevo la raccolta differenziata e svuotavo le cialde (un lavoro scocciante da morire ma ...) mettendole nel cassonetto della plastica, in realtà però sarebbe meglio dirigersi verso la diminuzione dell'utilizzo della plastica e non solo del riciclo.
Oltre alla questione ecologica, anche quella economica non è da sottovalutare, dati i costi del caffè in cialde. Ovvio che si risparmia rispetto al bar, ma il costo rispetto al caffè per la Moka è incredibilmente alto: 28/30€ al chilo per quelle più economiche, 4 volte il prezzo del caffè sfuso!

Un altro aspetto che ci ha convinti a tornare alla Moka è stata appunto l'idea della lentezza, di tornate ad assaporare il caffè con calma. Il rito di preparare la moca, attendere che il caffè salga, l'aroma che si diffonde in tutta la casa. Tutte cose che con le cialde si sono perse.

Ci siamo dovuti "accontentare" di una Moka da due, qui al momento non siamo riusciti a trovare quella da uno, perciò aggiungiamo anche la condivisione come aspetto positivo di questo cambiamento: per bere il caffè ci si aspetta.
Per quanto mi riguarda, il "Caffè Lento" mi aiuterà a che a berne di meno e ad assaporare maggiormente l'attimo come facevo una volta.

Se volete consigli sul caffè e le sue tante possibilità, andate a vedere il sito di La Magia delle Spezie.
Se volete consigli su come vivere in maniera più ecosostenibile andate a leggere il blog di Martina 

venerdì 15 ottobre 2021

Un libro dallo scaffale: La canzone di Achille di Madeline Miller

 

La canzone di Achille 
di Madeline Miller

Il libro inizia con la voce narrante di Patroclo che parla della sua miserevole vita alla corte di suo padre e del tentativo di quest'ultimo di proporre un bimbo di soli 9 anni come sposo per la bellissima Elena. Purtroppo Patroclo è destinato a deludere suo padre sia come pretendente alla mano della più bella donna del mondo, infrangendo così i sogni di Menezio di stringere alleanze convenienti, sia come fulgido figlio di re. 
Dopo l'uccisione involontaria  di un giovane nobile, il figlio del re non sa difendersi poiché manca dell'arroganza del suo rango e finisce con l'esser esiliato. Patroclo racconta del suo arrivo alla corte di Peleo, della vita che conduce assieme agli altri ragazzi ospiti del re: gli addestramenti giornalieri all'arte del combattimento e la solitudine.
Achille compare tra questi giovani come un'eletto, si capisce subito quanto sia diverso da tutti e quanto tutti cerchino la sua compagnia. Anche lo schivo Patroclo lo osserva e ce lo racconta. Nonostante il giovane principe esiliato sembri insignificante e destinato al fallimento, Achille lo nota, se ne innamora e lo sceglie come compagno quando il padre Peleo lo manda sul monte Pelio affinché venga istruito dal centauro Chirone.
Gli anni trascorsi sulla montagna ad abbeverarsi degli insegnamenti del centauro forgiano sia Achille che Patroclo sebbene in maniera diversa. Anche il loro rapporto cresce, si amano profondamente nonostante la nereiade Teti detesti il giovane Patroclo e lo consideri solo una macchia, un impedimento al raggiungimento della gloria da parte di suo figlio.

La scrittrice si attiene alla versione dell'Iliade per quanto riguarda la leggenda di Achille: figlio di un mortale e di una nereiade è un semi dio dalle capacità marziali incredibili, ma pur sempre mortale. Non narra di un Achille reso quasi immortale dalla madre, ma di un guerriero dalle straordinarie doti, che sconfigge innumerevoli nemici e che è difficilissimo da sconfiggere.

I culmine del racconto si raggiunge ovviamente quando il comportamento di Agamennone scatena l'ira del pelide con conseguenze tragiche per l'esercito acheo. In questo frangente si delinea la personalità di Patroclo un uomo sensibile diviso tra l'amore per Achille e la paura che il comportamento di quest'ultimo arrivi a farlo odiare dal popolo che lo ha osannato finora.

La vita di Patroclo viene interrotta da Ettore, come narrato nell'Iliade, ma la sua voce continua a narrare la storia: il dolore di Achille e la sua rabbia verso Ettore, la sua sete di vendetta e la sua disperazione... 

Consiglio la lettura di questo libro , a me è piaciuto molto soprattutto perchè ha risalto alla figura di Patroclo facendolo brillare di una luce propria, completamente diversa da quella del guerriero Achille.
Due punti di vista differenti sulla gloria, sulla guerra, sull'amore, l'amicizia e il rispetto. Patroclo risulta esser un po' il Grillo Parlante di Achille aiutandolo ad essere un uomo migliore.

Di questa autrice sto leggendo Circe ... vi farò sapere