Si tratta di un libro scritto in poco meno di un mese, anzi dettato alla sua futura moglie che era stenografa. Un libro che Dostoevskij deve consegnare in fretta, un libro per il quale aveva già ricevuto un acconto che ha perso al gioco a Wiesbaden. Deve assolutamente essere pagato e saldare i suoi debiti e rispettare l'accordo con gli editori. Lui appunto era dipendente dal gioco d'azzardo e scrive questo libro con cognizione di causa.
Riesce ad analizzare e descrivere non solo i vari tipi di giocatori e i sentimenti e le emozioni che attraversano il protagonista, ma anche tutti i personaggi più o meno loschi che girano loro attorno nei casinò.
Il romanzo è appunto ambientata in una città termale della Germania, una città fittizia dal nome evocativo: Roulettenburg.
Ed è proprio al gioco della Roulette che si perdono e si accumulano fortune nel giro di qualche ora.
Una località che attira persone da tutta Europa e Dostoevskij riesce a dare una descrizione accurata delle peculiarità degli individui provenienti dai diversi paesi: vi troviamo l'altezzoso Barone tedesco con cui il protagonista si scontra, il francese mellifluo e manipolatore che si mette alle costole di un generale russo in pensione, il gentleman inglese ricco educato e riservato, il polacco scorretto e avido e poi un vasto dispiegamento di personaggi russi.
Il protagonista è un semplice precettore che gioca una sera per conto di una donna russa della quale è innamorato e che viene contagiato dalla febbre del gioco.
Durante tutto il romanzo i vari giocatori attraversano momenti di lucidità a momenti di febbrile follia, tutto ciò descritto magistralmente in questo romanzo che, seppur scritto in velocità e per bisogno di soldi, è divenuto un capolavoro della letteratura russa dell'800.
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