di Madeline Miller
Il libro inizia con la voce narrante di Patroclo che parla della sua miserevole vita alla corte di suo padre e del tentativo di quest'ultimo di proporre un bimbo di soli 9 anni come sposo per la bellissima Elena. Purtroppo Patroclo è destinato a deludere suo padre sia come pretendente alla mano della più bella donna del mondo, infrangendo così i sogni di Menezio di stringere alleanze convenienti, sia come fulgido figlio di re.
Dopo l'uccisione involontaria di un giovane nobile, il figlio del re non sa difendersi poiché manca dell'arroganza del suo rango e finisce con l'esser esiliato. Patroclo racconta del suo arrivo alla corte di Peleo, della vita che conduce assieme agli altri ragazzi ospiti del re: gli addestramenti giornalieri all'arte del combattimento e la solitudine.
Achille compare tra questi giovani come un'eletto, si capisce subito quanto sia diverso da tutti e quanto tutti cerchino la sua compagnia. Anche lo schivo Patroclo lo osserva e ce lo racconta. Nonostante il giovane principe esiliato sembri insignificante e destinato al fallimento, Achille lo nota, se ne innamora e lo sceglie come compagno quando il padre Peleo lo manda sul monte Pelio affinché venga istruito dal centauro Chirone.
Gli anni trascorsi sulla montagna ad abbeverarsi degli insegnamenti del centauro forgiano sia Achille che Patroclo sebbene in maniera diversa. Anche il loro rapporto cresce, si amano profondamente nonostante la nereiade Teti detesti il giovane Patroclo e lo consideri solo una macchia, un impedimento al raggiungimento della gloria da parte di suo figlio.
La scrittrice si attiene alla versione dell'Iliade per quanto riguarda la leggenda di Achille: figlio di un mortale e di una nereiade è un semi dio dalle capacità marziali incredibili, ma pur sempre mortale. Non narra di un Achille reso quasi immortale dalla madre, ma di un guerriero dalle straordinarie doti, che sconfigge innumerevoli nemici e che è difficilissimo da sconfiggere.
I culmine del racconto si raggiunge ovviamente quando il comportamento di Agamennone scatena l'ira del pelide con conseguenze tragiche per l'esercito acheo. In questo frangente si delinea la personalità di Patroclo un uomo sensibile diviso tra l'amore per Achille e la paura che il comportamento di quest'ultimo arrivi a farlo odiare dal popolo che lo ha osannato finora.
La vita di Patroclo viene interrotta da Ettore, come narrato nell'Iliade, ma la sua voce continua a narrare la storia: il dolore di Achille e la sua rabbia verso Ettore, la sua sete di vendetta e la sua disperazione...
Consiglio la lettura di questo libro , a me è piaciuto molto soprattutto perchè ha risalto alla figura di Patroclo facendolo brillare di una luce propria, completamente diversa da quella del guerriero Achille.
Due punti di vista differenti sulla gloria, sulla guerra, sull'amore, l'amicizia e il rispetto. Patroclo risulta esser un po' il Grillo Parlante di Achille aiutandolo ad essere un uomo migliore.
Di questa autrice sto leggendo Circe ... vi farò sapere
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