venerdì 13 maggio 2016

Venerdì del Libro: La famiglia Karnowski





La famiglia Karnowski
di
Israel J Singer

"I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore, ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l’intelligenza penetrante. La genialità era inscritta nelle alte fronti da studioso e negli occhi profondi e inquieti, neri come il carbone. Ostinazione e sfida si leggevano sui nasi forti e sproporzionati che spiccavano beffardi e arroganti nei loro volti scarni: poche confidenze! E’ per via di questa testardaggine che nessuno in famiglia era diventato rabbino, anche se non sarebbe stato difficile, e tutti avevano intrapreso la via del commercio "

Un romanzo che racconta la storia di una famiglia di ebrei orientali, attraverso tre generazioni a partire dalla fine dell’Ottocento fino alla metà degli anni Quaranta. La storia dell’ascesa e della caduta della famiglia Karnowski  che parte dal villaggio polacco di Melnitz, arrivando a Berlino durante gli splendori della Belle Epoque, fino all’ascesa del nazismo che porterà la famiglia alla fuga in America. Questo è solo il canovaccio di una storia ricca di personaggi e di accadimenti nella quale ha una grande ruolo il contrasto tra gli ebrei assidi, studiosi della Kabbalah e gli illuministi dell’Haskalah.

Alla fine dell’Ottocento, il giovane e “illuminato” David Karnowski, commerciante di legname, decide di andarsene dalla Polonia per andare in Germania alla ricerca di un ambiente culturalmente più elevato. “Non resterò un giorno di più in mezzo a quei selvaggi e bifolchi, nemmeno per tutto l’oro del mondo”,sono le sue parole al momento di partire.

A Berlino, infatti sarà accolto dalla borghesia ebraica e dagli esponenti più autorevoli dell’Haskalah, mentre la sua giovane moglie Lea rimpiange il suo villaggio, la famiglia, le chiacchiere con le amiche. Il marito la rimprovera di parlare sempre in yiddish e di non fare abbastanza per elevarsi e riuscire sostenere la conversazione con le signore della borghesia ebraica illuminata. Lea si vergogna della sua conoscenza della lingua tedesca, preferirebbe nascondersi in casa e lasciare le serate mondane al marito che la rimprovera “Per l’amor del cielo, parla tedesco!”. La lingua della moglie gli ricorda il rabbino di Melnitz, il hassidismo, l’ignoranza. Inoltre teme che, sentendo quel dialetto straniero, qualche tedesco  possa confonderlo con uno degli ebrei della Dragonerstrasse, un quartiere che trabocca  “di negozi, bottegucce, rivenditori di carne kasher, locande e minuscole case di preghiera.David non vuole avere nulla a che fare con quegli ebrei, va in quel quartiere solo per far visita ad un vecchio studioso e alla sua enorme libreria colma di testi sacri e manoscritti rari impolverati e minacciati dai topi. In questo quartiere ebraico vive un personaggio che intreccerà la propria vita con quella di David in due occasioni: il ricco Solomon Burak, padrone del gigantesco Emporio delle Occasioni il cui motto è “Soldo più, soldo meno, vivi e lascia vivere”. 

Georg, il figlio di David e Lea, studierà e diventerà un medico ricco e stimato, sposerà una gentile con la quale avrà un figlio, Jegor. David non sarà però contento del il matrimonio di Georg con una donna cristiana. Poiché integrazione non è cancellazione, lui che al figlio “aveva imposto due nomi: Moshe, in onore di Mendelssohn, il nome ebraico con cui lo avrebbero chiamato alla lettura della Torah quando fosse stato più grande, e Georg, un nome tedesco che ricordava quello di suo padre Gershom, da usare nella vita di tutti i giorni” non vede di buon occhio un matrimonio misto.

A Georg, oramai medico affermato,  sembrerà invece di aver finalmente raggiunto il sogno del padre riguardo ad una totale integrazione e di essere “ebreo tra gli ebrei, tedesco tra i tedeschi”.

La scalata sociale di Georg finisce nella rovina, come per tutti gli ebrei tedeschi, con la vittoria del nazismo inizia il calvario. E’ arrivato il tempo in cui si capisce che “la vita è burlona, rabbi Karnowski, ama giocarci qualche tiro mancino. Volevamo essere ebrei in casa e uomini in strada, è arrivata la vita e ha messo tutto sottosopra: siamo goym in casa ed ebrei in strada”.

Oramai nulla ha più alcuna importanza, non contano il sangue versato per la patria, la cultura, la ricchezza, il rispetto delle regole. Conta quel che gli altri decidono per te. Il figlio di Georg, Jegor, viene umiliato  proprio nella ricca scuola privata dove il padre lo aveva iscritto. Il giovane Jegor viene brutalmente denudato ed esposto sul palco, nell'auditorium della sua scuola, di fronte a tutti gli allievi e agli insegnanti, perché uno zelante preside antisemita, alla ricerca di fortuna nel nuovo ordine, decide di mostrarlo come esempio vivente delle nuove teorie razziali.

L’avvento del Nazionalsocialismo e dell’antisemitismo costringerà i Karnowski a fuggire oltre oceano. Giunta in America la vita per famiglia non è affatto facile, a questo si aggiunge la tragedia personale del giovane Jegor, metà ebreo e metà gentile. Divisione interiore iniziata in Germania a causa del comportamento dello zio materno che lo aveva portato all'odio assoluto verso la propria parte ebrea, rappresentata dal padre ma che Jegor detesta innanzitutto in se stesso. 

A New York si è trasferito anche il mercante Solomon Burak , il quale, grazie alla propria intraprendenza e al fiuto per gli affari, ha già ricostruito la propria fortuna, nonostante abbia dovuto abbandonare tutte le sue ricchezze in Germania. Il vecchio David dovrà abbassarsi a chiedere aiuto proprio al ricco commerciante il quale ha già dimenticato le antiche offese subite e aiuterà David Karnowski a diventare scaccino principale della sinagoga Shaare- Tsedek.

L’intera narrazione è dedicata alla descrizione di fatti, dei pensieri quotidiani dei personaggi, delle dinamiche contraddittorie delle loro esistenze che li spingono a scegliere, a sbagliare e  a rimediare, quando possono.

La descrizione accurata dei personaggi, delle loro abitudini, del loro aspetto, dei loro ideali, dei loro sentimenti, mi ha fatto amare molto questo libro. Uno spaccato di umanità decritta magistralmente.


Questo romanzo narra anche dell’amore tradito degli ebrei verso la Germania. L’ideale che spinge il patriarca David è il desiderio di sentirsi parte di un mondo evoluto e colto, e “Berlino aveva sempre rappresentato per lui la cultura, sapienza, nobiltà, bellezza, luce attingibili solo in sogno”.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma 

mercoledì 11 maggio 2016

T-shirt decorate homemade : "L'albero dell'amicizia"

Alle mie figlie piace molto fare regali personalizzati, soprattutto ad Anna, le piace cimentarsi a realizzare qualcosa con le sue mani da poter regalare agli amici.
Lei e un suo amico si sono dedicati a realizzare questa maglietta per un loro compagno di classe.

Vi serviranno:
  • una maglietta di cotone
  • pennarelli per stoffa 
  • colori a cera per stoffa
  • tempere per stoffa
  • un disegno semplice


Ho trovato un disegno in rete, l'ho stampato e ricopiato su un foglio la parte che mi interessava.
Fissato il foglio all'interno della maglietta, ho appoggiato la stessa al vetro della finestra e ho ricalcato il disegno sulla stoffa.
Per fare questo sarebbe molto più comodo avere una Lightbox ovvero una Lavagna Luminosa, Voglio Una Mela Blu ci spiega QUI come farsene una in casa ... prima o poi ne farò una... per ora continuo ad usufruire della finestra!


Una volta realizzato il contorno del disegno si può scegliere la tecnica preferita per dipingerlo.
I bambini hanno scelto di usare le tempere per il tronco e i colori a cera per le foglie e gli uomini.


I regali fatti così non sono troppo impegnativi, né dal punto di vista economico e neppure per il temo impiegato. Se si scelgono soggetti adatti alle capacità dei bambini, questi saranno in grado di svolgere il lavoro in tempi brevi, in autonomia e divertendosi.




Altri suggerimenti per decorare, magliette e non solo, con i colori per stoffa:



  • Si può fare!
  • Tie & Dye: magliette per la materna!
  • E se il Tie & Dye non funziona? S.O.S candeggina!
  • Magliette personalizzate come regalo di compleanno.
  • Maglietta dipinta a mano
  • Magliette decorate con i timbri
  • Maglietta decorata con cookie cutter
  • Maglietta tinta nel te per la recita
  • Magliette decorate homemade
  • Maglietta personalizzata come regalo di compleanno: I'll OWL-ways be your friend!
  • Borsa porta regalo
  • Sleep over t-shirt personalizzata
  • E' arrivato un bastimento carico di ... magliette decorate!
  • Ti regalo un mandala
  • Mandala cat... altro regalo, altro mandala :-)
  • Mandala su maglietta: regalo di compleanno personalizzato!
  • Maglietta decorata: FRIENDS FOREVER!
  • venerdì 6 maggio 2016

    Venerdì del Libro: L'ultimo treno per Istanbul.




    Ayşe Kulin è una scrittrice turca (nata il 26 agosto 1941 a Istanbul, città dove ancora vive) fra le più amate e influenti del suo paese. Un’artista eclettica che, oltre ad aver scritto diversi libri di successo internazionale, è anche stata produttrice, autrice e direttrice della fotografia sia per la televisione che per il cinema. Proviene da un ambiente alto borghese: il padre è stato uno dei primi ingegneri civili della Turchia, mentre la madre era nipote di un ministro dell’Economia.

    L’ultimo treno per Istanbul fu pubblicato per la prima volta nel 2002, venne poi tradotto in lingua inglese nel 2006. Una storia organizzata su una trama ben pensata e corredata da personaggi realistici e assolutamente credibili, che non hanno nulla di romanzato. Il racconto esplora i meandri della seconda Guerra Mondiale e delle problematiche legate all’antisemitismo. La storia fa perno sull'errore di giudicare l’essere umano seguendo i pregiudizi culturali e religiosi, evidenziandone gli aspetti diversi, seppur sempre uguali, dei diversi paesi.

    Il primo personaggio che incontriamo è il capo famiglia, un vecchio pascià ottomano, che vive rimpiangendo le regole di un tempo, ma che si ritrova alle prese con due giovani figlie molto diverse tra loro. Professandosi comunque uomo emancipato, ha tentato di dare loro una educazione moderna, i fatti della storia lo porteranno a pentirsi di aver intrapreso con loro questa scelta.
    La primogenita si è sposata con il diplomatico turco mussulmano, come si conviene. La secondogenita, ribelle, si è invece innamorata di un ragazzo ebreo, figlio di un importante medico, ma ebreo! L’opposizione e i pregiudizi di entrambe le famiglie sono forti. Famiglie così diverse sia per religione che per status sociale, ma così uguali nel pregiudizio . nonostante il clima avverso i due giovani si sposano di nascosto e si trasferiscono a Parigi per vivere nel nuovo paese la loro nuova vita.
    A Parigi la coppia dovrà però fare i conti con ben altri problemi, una volta che saranno arrivati gli invasori tedeschi. Il giovane padre e marito ebreo rischia la deportazione. La giovane moglie lo sa e cerca, con l’aiuto di alcuni coraggiosi diplomatici turchi, di mettere in salvo la sua piccola famiglia e alcune centinaia di altri ebrei, facendoli passare per turchi e imbarcandoli su un treno della speranza che riescano a sfuggire ai nazisti.

    Queste persone, grazie a L'ultimo treno per Istanbul “insieme saranno costretti ad attraversare un Continente in guerra, a entrare in territorio nemico e a rischiare tutto - a fronte di un viaggio lunghissimo, irto di ostacoli e di pericoli - nel disperato tentativo di ritrovare la libertà”.

    Un libro che inizialmente potrebbe sembrare trattare solo di sentimenti e storie personali, in realtà è un analisi profonda degli ostacoli e dei pericoli legati al fanatismo delle religioni e ai pregiudizi legati alle differenti culture. Le continue riflessioni e analisi presenti nella trama fanno riflettere molto il lettore su vari aspetti.

    L’autrice ha dichiarato L’ultimo treno per Istanbul è basato sulla vita di personaggi reali, nonché sulle esperienze riportate da diversi diplomatici turchi che erano stati assegnati in Europa durante il secondo conflitto mondiale. Così come rispondono al vero le esperienze riportate da un giovane turco, membro della Resistenza francese”.

    Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma 

    lunedì 2 maggio 2016

    Tazze decorate homemade !

    Abbiamo comperato queste tempere e questi pennarelli per porcellana e dall'anno scorso ci stiamo dedicando a creare nuovi regali personalizzate per i nostri amici.

    Dopo l'asciugatura, il manufatto va messo in forno a 160°C per 90 minuti e poi sarà resistente al lavaggio a mano ...  a me, però,  una tazza è scappata un paio di volte nella lavastoviglie ed è comunque uscita intatta... magari meglio non rischiare nuovamente!

    Inizialmente pensavo che i pennarelli sarebbero stati più maneggevoli per le bambine, ma questo non si è dimostrato essere vero per quanto riguarda le superfici curve delle tazze. Forse saranno comodi su una superficie piana.

    Per quanto riguarda le tazze, abbiamo sperimentato due vie per dipingerle: a mano libera, seguendo un disegno fatto a matita, oppure con delle mascherine in carta.

    La matita tende a lasciare un segno che continua a vedersi anche sotto la pennellata, quando si usano colori chiari.

    Per le mascherine abbiamo usato i taglia biscotti e abbiamo spennellato i contorni verso fuori, in modo da lasciare una figura bianca al centro di uno schizzo di colore.






    Queste le hanno fatte le bambine due anni fa, con i pennarelli, hanno disegnato liberamente senza tracciare prima i contorni con la matita, ma la ceramica era piuttosto scivolosa per la punta del pennarello.




    Questa l'hanno fatta Anna e la sua amica Silvia per una loro compagna di classe di nome ... Margherita appunto!




    Ecco quelle fatte con le mascherine: abbiamo ritagliato delle figure semplici e le abbiamo attaccate alle tazze con il nastro biadesivo. Spennellando dal centro verso l'esterno abbiamo evidenziato la sagoma bianca all'interno avvolta in un'esplosione di colore.


    Chiara all'opera con una sagoma di delfino, usando un pennello piatto l'operazione è anche più semplice. Basta attendere che il colore asciughi leggermente per poter dare una seconda passata e farlo così risultare più intenso, pi omogeneo e brillante. 
    Più il colore è scuro e più risulta difficile l'omogeneità della tinta, ma forse tutto dipende dal fatto che uste tazze son particolarmente lucine e "scivolose".

    Un ippopotamo per lo zio Checco che va matto per Hyppo e il suo colore preferito è l'azzurro.
    la sagoma rimane ben nitida mentre i bordi sono sfrangiati e danno movimento al disegno.


    Idea regalo : noi 'abbiamo utilizzata per Natale e ci abbiamo messo dentro i biscotti fatti da noi, ma qualsiasi occasione è buona per regalare una tazza di dolcezze ai nostri amici.


    Altro lavoro a pennello per la zia appassionata di anatre, qui il segno della matita traspare leggermente, sotto al colore giallo!


    Per un'appassionata di gatti invece Chiara ha prodotto questa tazza black cat


    Alle prossime tazze ....