Ayşe Kulin è una scrittrice turca (nata il 26 agosto 1941 a
Istanbul, città dove ancora vive) fra le più amate e influenti del suo paese. Un’artista
eclettica che, oltre ad aver scritto diversi libri di successo internazionale, è
anche stata produttrice, autrice e direttrice della fotografia sia per la
televisione che per il cinema. Proviene da un ambiente alto borghese: il padre è
stato uno dei primi ingegneri civili della Turchia, mentre la madre era nipote
di un ministro dell’Economia.
L’ultimo treno
per Istanbul fu pubblicato per
la prima volta nel 2002, venne poi tradotto in lingua inglese nel 2006. Una
storia organizzata su una trama ben pensata e corredata da personaggi
realistici e assolutamente credibili, che non hanno nulla di romanzato. Il racconto
esplora i meandri della seconda Guerra Mondiale e delle problematiche legate
all’antisemitismo. La storia fa perno sull'errore di giudicare l’essere umano
seguendo i pregiudizi culturali e religiosi, evidenziandone gli aspetti
diversi, seppur sempre uguali, dei diversi paesi.
Il primo personaggio che incontriamo è il capo
famiglia, un vecchio pascià ottomano, che vive rimpiangendo le regole di un
tempo, ma che si ritrova alle prese con due giovani figlie molto diverse tra
loro. Professandosi comunque uomo emancipato, ha tentato di dare loro una
educazione moderna, i fatti della storia lo porteranno a pentirsi di aver
intrapreso con loro questa scelta.
La primogenita si è sposata con
il diplomatico turco mussulmano, come si conviene. La secondogenita, ribelle,
si è invece innamorata di un ragazzo ebreo, figlio di un importante medico, ma
ebreo! L’opposizione e i pregiudizi di entrambe le famiglie sono forti.
Famiglie così diverse sia per religione che per status sociale, ma così uguali
nel pregiudizio . nonostante il clima avverso i due giovani si sposano di
nascosto e si trasferiscono a Parigi per vivere nel nuovo paese la loro nuova
vita.
A Parigi la coppia dovrà però
fare i conti con ben altri problemi, una volta che saranno arrivati gli
invasori tedeschi. Il giovane padre e marito ebreo rischia la deportazione. La
giovane moglie lo sa e cerca, con l’aiuto di alcuni coraggiosi diplomatici
turchi, di mettere in salvo la sua piccola famiglia e alcune centinaia di altri
ebrei, facendoli passare per turchi e imbarcandoli su un treno della speranza
che riescano a sfuggire ai nazisti.
Queste persone, grazie a L'ultimo treno per
Istanbul “insieme saranno costretti ad
attraversare un Continente in guerra, a entrare in territorio nemico e a
rischiare tutto - a fronte di un viaggio lunghissimo, irto di ostacoli e di
pericoli - nel disperato tentativo di ritrovare la libertà”.
Un libro che inizialmente
potrebbe sembrare trattare solo di sentimenti e storie personali, in realtà è
un analisi profonda degli ostacoli e dei pericoli legati al fanatismo delle
religioni e ai pregiudizi legati alle differenti culture. Le continue
riflessioni e analisi presenti nella trama fanno riflettere molto il lettore su
vari aspetti.
L’autrice ha dichiarato “L’ultimo treno per Istanbul è basato sulla vita di personaggi reali,
nonché sulle esperienze riportate da diversi diplomatici turchi che erano stati
assegnati in Europa durante il secondo conflitto mondiale. Così come rispondono
al vero le esperienze riportate da un giovane turco, membro della Resistenza
francese”.
Gli altri blog partecipanti al Venerdì del libro:
L’ultimo treno per Istanbul fu pubblicato per la prima volta nel 2002, venne poi tradotto in lingua inglese nel 2006. Una storia organizzata su una trama ben pensata e corredata da personaggi realistici e assolutamente credibili, che non hanno nulla di romanzato. Il racconto esplora i meandri della seconda Guerra Mondiale e delle problematiche legate all’antisemitismo. La storia fa perno sull'errore di giudicare l’essere umano seguendo i pregiudizi culturali e religiosi, evidenziandone gli aspetti diversi, seppur sempre uguali, dei diversi paesi.
Il primo personaggio che incontriamo è il capo famiglia, un vecchio pascià ottomano, che vive rimpiangendo le regole di un tempo, ma che si ritrova alle prese con due giovani figlie molto diverse tra loro. Professandosi comunque uomo emancipato, ha tentato di dare loro una educazione moderna, i fatti della storia lo porteranno a pentirsi di aver intrapreso con loro questa scelta.
Queste persone, grazie a L'ultimo treno per Istanbul “insieme saranno costretti ad attraversare un Continente in guerra, a entrare in territorio nemico e a rischiare tutto - a fronte di un viaggio lunghissimo, irto di ostacoli e di pericoli - nel disperato tentativo di ritrovare la libertà”.
L’autrice ha dichiarato “L’ultimo treno per Istanbul è basato sulla vita di personaggi reali, nonché sulle esperienze riportate da diversi diplomatici turchi che erano stati assegnati in Europa durante il secondo conflitto mondiale. Così come rispondono al vero le esperienze riportate da un giovane turco, membro della Resistenza francese”.
Gli altri blog partecipanti al Venerdì del libro:
Un libro di cui ho sentito molto parlare ma che ancora non ho letto. Ne prendo nota e la mia wish list si allunga insesorabilmente.
RispondiEliminaA me è piaciuto molto, la narrazione a volteè un po' pacata in accordo con il ccomportamento dei personaggi e fa venire voglia di urlare "svegliatevi" ... però fa capire esattamente come la storia si sia insinuata lentamente nella vita delle persone arrivamdo a coglierle di sorpresa.
Elimina