lunedì 18 ottobre 2021

Ritorno al "Caffè Lento"


 Siamo tornati al "Caffè Lento" per citare @lamagiadellespezie

Dopo 17 anni di cialde, siamo tornati alla Moka. Il motivo scatenante è stata l'ennesima rottura della macchina del caffè causata dalla durezza dell'acqua in questa zona. Nonostante usassimo la caraffa filtrante e usassimo accorgimenti come pulire spesso la macchina con prodotti decalcificanti ... la macchina continuava ad avere problemi.
Quindi il primo motivo per cui abbiamo deciso di cambiare abitudini non è molto nobile: la salvaguardia dell'ambiente non è stato il primo pensiero!
Come famiglia abbiamo fatto altre scelte sostenibili, ma il caffè era ancora uno scoglio duro da affrontare, soprattutto da quando siamo all'estero dove non è facile entrare in un bar e bersi un espresso.
Comunque, nonostante la molla scatenante non fosse un nobile principio, siamo riusciti ad eliminare la macchina con le sue cialde in plastica e i prodotti per pulirla. 
In Italia facevo la raccolta differenziata e svuotavo le cialde (un lavoro scocciante da morire ma ...) mettendole nel cassonetto della plastica, in realtà però sarebbe meglio dirigersi verso la diminuzione dell'utilizzo della plastica e non solo del riciclo.
Oltre alla questione ecologica, anche quella economica non è da sottovalutare, dati i costi del caffè in cialde. Ovvio che si risparmia rispetto al bar, ma il costo rispetto al caffè per la Moka è incredibilmente alto: 28/30€ al chilo per quelle più economiche, 4 volte il prezzo del caffè sfuso!

Un altro aspetto che ci ha convinti a tornare alla Moka è stata appunto l'idea della lentezza, di tornate ad assaporare il caffè con calma. Il rito di preparare la moca, attendere che il caffè salga, l'aroma che si diffonde in tutta la casa. Tutte cose che con le cialde si sono perse.

Ci siamo dovuti "accontentare" di una Moka da due, qui al momento non siamo riusciti a trovare quella da uno, perciò aggiungiamo anche la condivisione come aspetto positivo di questo cambiamento: per bere il caffè ci si aspetta.
Per quanto mi riguarda, il "Caffè Lento" mi aiuterà a che a berne di meno e ad assaporare maggiormente l'attimo come facevo una volta.

Se volete consigli sul caffè e le sue tante possibilità, andate a vedere il sito di La Magia delle Spezie.
Se volete consigli su come vivere in maniera più ecosostenibile andate a leggere il blog di Martina 

venerdì 15 ottobre 2021

Un libro dallo scaffale: La canzone di Achille di Madeline Miller

 

La canzone di Achille 
di Madeline Miller

Il libro inizia con la voce narrante di Patroclo che parla della sua miserevole vita alla corte di suo padre e del tentativo di quest'ultimo di proporre un bimbo di soli 9 anni come sposo per la bellissima Elena. Purtroppo Patroclo è destinato a deludere suo padre sia come pretendente alla mano della più bella donna del mondo, infrangendo così i sogni di Menezio di stringere alleanze convenienti, sia come fulgido figlio di re. 
Dopo l'uccisione involontaria  di un giovane nobile, il figlio del re non sa difendersi poiché manca dell'arroganza del suo rango e finisce con l'esser esiliato. Patroclo racconta del suo arrivo alla corte di Peleo, della vita che conduce assieme agli altri ragazzi ospiti del re: gli addestramenti giornalieri all'arte del combattimento e la solitudine.
Achille compare tra questi giovani come un'eletto, si capisce subito quanto sia diverso da tutti e quanto tutti cerchino la sua compagnia. Anche lo schivo Patroclo lo osserva e ce lo racconta. Nonostante il giovane principe esiliato sembri insignificante e destinato al fallimento, Achille lo nota, se ne innamora e lo sceglie come compagno quando il padre Peleo lo manda sul monte Pelio affinché venga istruito dal centauro Chirone.
Gli anni trascorsi sulla montagna ad abbeverarsi degli insegnamenti del centauro forgiano sia Achille che Patroclo sebbene in maniera diversa. Anche il loro rapporto cresce, si amano profondamente nonostante la nereiade Teti detesti il giovane Patroclo e lo consideri solo una macchia, un impedimento al raggiungimento della gloria da parte di suo figlio.

La scrittrice si attiene alla versione dell'Iliade per quanto riguarda la leggenda di Achille: figlio di un mortale e di una nereiade è un semi dio dalle capacità marziali incredibili, ma pur sempre mortale. Non narra di un Achille reso quasi immortale dalla madre, ma di un guerriero dalle straordinarie doti, che sconfigge innumerevoli nemici e che è difficilissimo da sconfiggere.

I culmine del racconto si raggiunge ovviamente quando il comportamento di Agamennone scatena l'ira del pelide con conseguenze tragiche per l'esercito acheo. In questo frangente si delinea la personalità di Patroclo un uomo sensibile diviso tra l'amore per Achille e la paura che il comportamento di quest'ultimo arrivi a farlo odiare dal popolo che lo ha osannato finora.

La vita di Patroclo viene interrotta da Ettore, come narrato nell'Iliade, ma la sua voce continua a narrare la storia: il dolore di Achille e la sua rabbia verso Ettore, la sua sete di vendetta e la sua disperazione... 

Consiglio la lettura di questo libro , a me è piaciuto molto soprattutto perchè ha risalto alla figura di Patroclo facendolo brillare di una luce propria, completamente diversa da quella del guerriero Achille.
Due punti di vista differenti sulla gloria, sulla guerra, sull'amore, l'amicizia e il rispetto. Patroclo risulta esser un po' il Grillo Parlante di Achille aiutandolo ad essere un uomo migliore.

Di questa autrice sto leggendo Circe ... vi farò sapere


martedì 5 ottobre 2021

Torta carote, mandorle e arance (senza burro, senza olio)


Ingredienti:

4 uova
150 gr di zucchero semolato
150 gr di farina 
1 bustina di lievito
125 grammi di farina di mandorle
150 gr di carote finemente grattugiate
1 buccia d'arancia grattugiata 
100ml di succo d'arancia


Montare le uova intere e lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso.
Aggiungere poco alla volta la farina setacciata con il lievito.
Mescolare dal basso in alto per smontare meno possibile il composto. 
Aggiungere allo stesso modo la farina di mandorle e le carote.
Da ultimo aggiungere il succo d'arancia.

Versare in una tortiera leggermente oliata e col fondo ricoperto da carta da forno. 

Cuocere in forno caldo a 170 gradi per 35 minuti circa (fare la prova stecchino).
Lasciare altri 10 minuti nel forno spento, con lo sportello aperto 10 cm.
Far raffreddare prima di sformare.

La torta resta morbida e umida, ottima da accompagnare con un tè o un caffè.