venerdì 28 novembre 2014

Depurarsi con l'argilla

Ho sempre usato l'argilla per uso esterno, applicando egli impacchi di argilla e acqua. Sapevo delle sue proprietà utili a risolvere problemi della pelle come l'acne, le dermatiti, scottature ma anche problemi articolari, ossei e muscolari come distorsioni, contusioni, fratture e dolori reumatici.

Io l'ho usata spesso in caso di lividi, durante il periodo di attività sportiva. Una volta ho drenato un ristagno di liquidi dopo una rovinosa caduta in bicicletta, solo applicando costantemente un impacco a base di argilla... ci ho messo un po' ma poi non si è più riformato!



Ora ho invece deciso di sfruttare le proprietà depuranti dell'Argilla Verde Ventilata.
L'argilla è ricca di oligo elementi e minerali come silice, ferro, calcio, magnesio e potassio, ha quindi un forte potere rimineralizzante oltre che antisettico, assorbente, battericida e cicatrizzante. Contribuisce inoltre a de-acidificare il corpo dato il suo Ph leggermente alcalino.

L'argilla ventilata ha grandi capacità assorbenti grazie alle quali ha una forte capacità chelante, ed è quindi molto utile per disintossicarsi dai  metalli pesanti o altre sostanze tossiche presenti nell'organismo.

Sciogliere un cucchiaino da caffè di Argilla Verde in un bicchiere d'acqua, mescolare con un cucchiaino in legno plastico (NON metallo) e lasciar decantare tutta la notte.
Importante che l'argilla non venga a contatto con il metallo poiché essa è molto assorbente!!!
Alla mattina, a digiuno, bere l'acqua lasciando lì il deposito di argilla.

Questa operazione va ripetuta tutte le mattine per un mese, poi bisognerebbe fare 10 giorni di pausa è ripetere per un altro mese.

I benefici di questo trattamento sono: depurazione di sangue e pelle, disintossicazione dell’apparato digerente e stimolazione delle naturali funzioni di fegato, bile e reni. 
L'argilla è anche in grado di cedere piccole quantità di energia elettromagnetica all'organismo, rifornendolo quindi di una po' di sprint in più ;)

L'uso dell'argilla potrebbe povocare una leggera stitichezza ... nel caso si può provvedere con l'assunzione di semi di lino o prugne cotte.


lunedì 24 novembre 2014

Sapone al caffè autoprodotto!


Da un po' di tempo volevo cimentarmi nell'autopoduzione di sapone, ma ancora non mi ero decisa... domenica ho voluto iniziare con qualcosa di facile e mi sono limitata a rilavorare un sapone di Marsiglia, aromatizzandolo con i fondi di caffè.



La ricetta la trovate nel sito della Regina del Sapone !

La Regina del Sapone

Il prossimo passo sarà sicuramente quello di produrre del sapone all'olio d'oliva con soda custica, metodo "a freddo" sennò  i tocca comperare il termometro...

Spesso ho usato i fondi del caffè per togliere i cattivi odori dalle stoviglie,un specie di pre lavaggio che ho imparato dalla mia mamma, ma non avevo mai pensato di aggiungere i fondi al sapone per togliere i cattivi odori anche dalle mani!
Quando ho letto la ricetta ho subito pensato di realizzarla.


Ora sono in attesa che le mie saponette si asciughino per provare ad usarle.



domenica 23 novembre 2014

Maglietta Kraken homemade

Ancora un compleanno ed ancora un regalo personalizzato ... oramai ci abbiamo preso gusto ;)
Questa volta l'opera a 4 mani ha visto coinvolte Anna e una sua compagna di classe: hanno voluto decorare la maglietta con un Kraken, un polipo gigante, un mostro marino leggendario... la passione del festeggiato!

Ho trovato un disegno semplice in rete e l'ho ricopiato sulla maglietta con un pennarello nero e poi loro hanno provveduto a dipingerlo con pennelli e colori da stoffa.




Poi il mare lo hanno dipinto intingendo i cotton fioc nella tempera, con una tecnica già più volte collaudata sia su carta che su vetro.

Sul retro... il marchio di fabbrica!!!!





Altri suggerimenti per decorare, magliette e non solo, con i colori per stoffa:


  • Si può fare!
  • Tie & Dye: magliette per la materna!
  • E se il Tie & Dye non funziona? S.O.S candeggina!
  • Magliette personalizzate come regalo di compleanno.
  • Maglietta dipinta a mano
  • Magliette decorate con i timbri
  • Maglietta decorata con cookie cutter
  • Maglietta tinta nel te per la recita
  • Magliette decorate homemade
  • Maglietta personalizzata come regalo di compleanno: I'll OWL-ways be your friend!
  • Borsa porta regalo
  • Sleep over t-shirt personalizzata
  • E' arrivato un bastimento carico di ... magliette decorate!
  • Ti regalo un mandala
  • Mandala cat... altro regalo, altro mandala :-)
  • Mandala su maglietta: regalo di compleanno personalizzato!
  • Maglietta decorata: FRIENDS FOREVER!



  • sabato 15 novembre 2014

    Gnocchi di miglio e cavolfiore





    Ancora una ricetta Veg, in onore di questi 21 giorni.
    Pensare che io gli gnocchi veri e propri non li ho mai fatti... quindi non è stato un gran trauma non usare l'uovo ;) la ricetta a cui mi sono ispirata prevedeva un condimento a base di bottarga... ma io ho preferito veganizzare in toto il piatto, dato che già gli gnocchi erano senza uova!





    ingredienti:

    • 200gr di cavolfiore tagliato a cimette (io avevo un cavolfiore medio ... ma non l'ho pesato)
    • 300gr di miglio
    • farina q.b.
    • salsa di pomodoro o altro a piacere per condire
    Mettete le cimette di cavolo e il miglio nella pentola ed aggiungere acqua in volume pari al cereale e cuocere per 25 minuti, fino all'assortimento totale dell'acqua.
    Frullare il composto, una volta intiepidito aggiungere farina q.b. per renderlo lavorabile e formare gli gnocchi in modo tradizionale.
    A questo punto io li ho messi a congelare e poi li ho cotti in acqua bollente e salata il giorno successivo.
    Una volta cotti li ho adagiati in una pirofila con della salsa al pomodoro, cipolla e basilico e ripassati in forno a 180°C per 15 minuti circa.

    Buon Appetito!!!

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    venerdì 7 novembre 2014

    Venerdì del Libro: La Collina

    Riccardo Mannoni ha costruito il suo sogno, su quella collina, quella collina sulla quale  non  c’era quasi nulla, solo una vigna non curata e un casolare abbandonato.

    Inizia con un gruppo di adepti che credono in lui, lo seguono come un guru …. Poi, per caso questa comunità incrocia il mondo della tossicodipendenza e con "metodi" nuovi per l’epoca, riesce a salvare il paziente zero dall'eroina.

    Ha inizio quindi un pellegrinaggio di anime disperate, di giovani tossici, di famiglie allo stremo che chiedono a Riccardo di aiutarli ad uscire dall'incubo della droga, la piaga sociale di quegli anni, contro la quale pare non esserci rimedio, se non la via intrapresa dalla comunità sulla collina.

    Tutto sembra perfetto, Riccardo promette a chiunque varchi quel cancello la salvezza, rispettando le regole della Collina chiunque potrà scoprire la vera libertà del vivere in comunione con gli altri, una libertà che nulla ha a che vedere con la libertà effimera data dagli eccessi offerti dalla droga, una falsa idea di libertà che finisce invece col diventare una prigione, la prigione dei più bassi istinti.

    Tutto sembra perfetto … un luogo immerso nella natura, dove tutti hanno da dormire e da mangiare, dove tutti hanno un lavoro che li impegna e li fa diventare responsabili.

    Tutti lavorano e sono uguali, il denaro non esiste, esistono invece l'impegno, il lavoro e l'osservanza delle regole.

    Tutto sembra perfetto, quel luogo sembra la salvezza dall'eroina, la piaga di quegli anni. Ma molti non sanno, oppure fingono di non sapere, le autorità non sanno... non sanno che quel paradiso non è proprio un paradiso, dal quale inoltre è impossibile uscire, impossibile scappare. 
    Chi scappa viene ricondotto all'ovile con metodi poco gentili e al rientro alla collina le punizioni sono terribili. Ci sono gli addetti per questo lavoro, sono uomini fidati di Riccardo, sono  “gli angeli” che svolgono alacremente questo compito, chi tenta la fuga viene ripreso e riportato indietro in qualunque modo e con qualunque mezzo, sempre. E la salvezza dall'eroina passa spesso per l’umiliazione pubblica, le botte, le catene, le celle d’isolamento... il suicidio.

    Una cura contro la dipendenza che ha piuttosto il sapore di una condanna.

    All'interno della comunità tutto è controllato, regolato: non solo il lavoro, gli orari, il cibo ma anche la musica che si può ascoltare, le persone che si possono frequentare, che si possono amare.

    Uno dei protagonisti di questo libro è Ivan, diventato braccio destro, autista, uomo di fiducia di Riccardo. 
    Ha creduto in Riccardo, ha creduto nella sua offerta di salvezza e poi ha saputo guadagnarsi la sua fiducia, diventando il suo autista, ovvero  la persona a cui affidare i compiti più delicati. In comunità Ivan ha conosciuto Barbara, una ragazza impulsiva e ribelle, che non sa e non vuole adattarsi al clima della Collina. Ivan e Barbara si innamorano e si sposano, si possono sposare perché hanno ottenuto il benestare di Riccardo. Perché è Riccardo a dire se puoi amare, e chi puoi amare e chi, a volte, devi imparare ad odiare, per il bene della comunità

    La storia di Marco è diversa, lui cede all'amore di una dolce ragazza, ma poi si pente di questo amore clandestino, lo confessa a Riccardo e questo procura un'aspra punizione e un'umiliazione pubblica alla ragazza che viene insultata coram populo e poi sottoposta a rasatura dei capelli. Mentre Lui viene premiato con un ruolo da responsabile, per aver saputo riconoscere l'errore... 

    Dalla storia tra Ivan e Barbara nasce una bimba: Valentina. 
    Valentina nasce sulla Collina  e lì cresce  fino ai 4 anni. 
    Per un bambino la Collina è un giardino incantato immerso nel verde dove tutti hanno da dormire e da mangiare, non ci sono pericoli, si può scorrazzare liberamente ... ma non è così per gli adulti, quindi ad un certo punto i suoi genitori decidono di provare a vivere fuori dalla comunità … questo tentativo sarà un fallimento che costringerà la famigliola a rientrare in Collina e costringerà Ivan a dimostrarsi all'altezza della fiducia di Riccardo, diventando così il suo prediletto, vincolando così le sorti della propria famiglia….

    di Andrea Delogu
    Per leggere il primo capitolo qui


    Un intervista all'autrice del libro qui  fatta alle Invasioni Barbariche.

        La Collina è un romanzo epico, la storia di una famiglia che si unisce a quella di tanti uomini e donne che hanno abitato quel mondo sperando di tornare alla luce. È il racconto incalzante e appassionato di una voce candida che cuce insieme i fili di tanti destini, i salvati e i sommersi che in nome della guerra alla droga hanno finito spesso per sacrificare se stessiA Delogu
    ANDREA DELOGU

    Navigando in rete, alla ricerca di informazioni riguardo la Collina, che ovviamente è San Patrignano, ho trovato questo sito La Mappa Perduta che raccoglie testimonianze degli ex ospiti della comunità, di quella che fu la Comunità per eccellenza di quegli anni, perlomeno nell'immaginario collettivo.
    Fino a quando ad ottobre del 1980 scoppia lo scandalo...
     ...il 28 ottobre 1980 una ragazza di ventitré anni, Maria Rosa Cesarini, si presenta alla squadra mobile di Forlì raccontando di essere fuggita da S. Patrignano dopo essere stata rinchiusa per sedici giorni in una piccionaia.Quando i poliziotti irrompono nella comunità, trovano Luciano Rubini e Leonardo Biagiotti incatenati in due locali usati come canileMarco Marcello Costi incatenato alla porta in ferro di un locale di tre metri per uno e Massimo Sola incatenato ad un manufatto adibito a colombaia.... 
     ...Vincenzo Muccioli viene arrestato con alcuni suoi collaboratori e imprigionato per un mese; il processo verrà tenuto quattro anni più tardi e finirà con una condanna a venti mesi per Muccioli in primo grado e assoluzione in appello....
    Non so voi, ma io me lo ricordo Muccioli in televisione, me la ricordo l'Italia divisa in due, tra chi sosteneva che i metodi fossero estremi e chi sosteneva che con i tossici non ci fosse altra possibilità.
    Mi ricordo le interviste di lui contornato dai SUOI ragazzi, quelli ai quali voleva bene come ad un padre.
    Mi ricordo che pensavo "Ok, è vero, ha dei metodi un po' brutali, incatena i ragazzi al letto perchè non scappino e non riprendano a farsi. Se fossi una tossicodipendente vorrei che facessero di tutto per disintossicarmi" ... ma avevo solo 12 anni e non sapevo che le persone in comunità non morivano per la droga, non morivano per le crisi d'astinenza, morivano per i pestaggi, per le torture, punite per non essere state alle regole.
    ... altri morirono suicidi e anche a questo non veniva dato peso ... un tossico che si suicida non è poi una gran stranezza ...

    "Dopo il primo suicidio, quello di Gabriele Di Paola, (gli altri furono quelli di Natalia Berla, il giorno seguente, e Fioralba Petrucci avvenuto di lì a breve) Muccioli mi ordinò di portare via i venti ospiti della manutenzione, il carcere della comunità. Di notte con due furgoni e qualche macchina insieme a Toto, Paro-Paro, Sebastiano e Franchino partimmo per la comunità di Botticella (é una comunità satellite di SanPa, ndr). L'obiettivo era far scomparire testimoni scomodi in un periodo in cui la comunità era tenuta d'occhio dalla polizia. Passammo due mesi vivendo da re".E interrogato sul perché dei sospetti sul suicidio: "Io l'ho visto cadere, ma non so come ha fatto a precipitare per venti metri con la faccia rivolta verso il muro. L'ho sentito gridare “No, no”, ho visto che cercava di aggrapparsi a qualcosa, senza riuscirci. Quando sono corso verso di lui era morto. Il giorno dopo Natalia Berla é scivolata fuori da un finestrino piccolissimo, ma noi eravamo già in montagna a divertirci"Claudio Ghira, ex-medico di S. Patrignano

    Stefano Ippolito, uno degli ex di San Patrignano, davanti al magistrato di Rimini Paolo Gengarelli. "Natalia era picchiata sistematicamente - ha raccontato - Si presentava in mensa con gli occhi neri, le labbra gonfie. Un giorno mi ha consegnato un bigliettino di nascosto. ' Telefona ai miei genitori, dì loro che mi vengano a prendere' , c' era scritto sopra. Qualcuno ha visto quel gesto furtivo e ha portato via di peso la ragazza. Io non ho avuto la possibilità di comunicare fuori, a Sanpa i telefoni sono sotto controllo. Il giorno dopo Natalia è volata dalla finestra. Ricordo che c' era una balaustra. Chissà, forse potrebbe esserci stata anche una collutazione"  - articolo su La Repubblica del 1994

    Quando son diventata un po' più grande, per me, qualcosa stonava nel fatto che tanti ragazzi volessero restare in comunità anche dopo la disintossicazione, che non tornassero alla vita reale.
    Pareva che fossero deboli, non in grado di cavarsela all'esterno... forse, in realtà erano aiutati a smettere di usare la droga, ma non venivano mai emancipati dalla comunità, non venivano preparati a volare con le loro ali. Leggendo il libro e anche le testimonianze si capisce che uscire da lì era quasi impossibile.
    Lo si capisce bene da questo Regolamento di Sampa non ufficiale.

    Dopo il processo,soprattutto dopo il ritrovamento dei ragazzi imprigionati, alcuni dei luoghi di prigionia di San Patrignano erano entrati nel linguaggio comune, almeno dalle mie parti... ricordo che si diceva "in piccionaia" per definire una punizione brutale...

    Il punto è che, in quegli anni, i tossici erano solo tossici, gente che si era messa nei guai di propria volontà, gente che se l'era cercata e che creava problemi, che generava criminalità e violenza... forse per questo l'opinione pubblica non si è troppo interessata a ciò che realmente accadeva oltre quel cancello.

    Voi che ricordi avete di quegli anni, degli anni dell'eroina?
    Cosa ne pensate delle comunità?
    Saranno state davvero utili?
    Forse a qualcuno sì, forse qualcuna sì...




    Con questo post partecipo al   Venerdì del Libro di Homemademamma

    giovedì 6 novembre 2014

    Saluto al Sole


    Un buon modo di iniziare la giornata.
    Basta prendersi un po' di tempo, svegliarsi un po' prima,
    alzarsi prima delle bambine e fare il Saluto al Sole nella casa silenziosa.
    Buona giornata a Tutti




    martedì 4 novembre 2014

    Veg torta di carote

    La torta di carote è un classico ... vi ricordate le Camille che ho fatto tempo fa?
    Avevano avuto un successone con le bambine, per cui oggi ho provato a ri -veganizzare la ricetta della torta di carote. Ne avevo fatta una versione simile qui però senza mixare le farine ... oggi ho tentato un'altra variante.
    Un'ottima soluzione per la colazione del mattino, da accompagnare ad una spremuta di agrumi.
    Pratica anche per la merenda a scuola perché non unge e non sporca.


























    Ingredienti:

    • 250gr di carote grattugiate finemente
    • 50gr di mandorle ridotte a farina
    • 100gr di farina integrale 
    • 150gr di farina 00
    • 50gr di fecola di patate
    • 120gr di zucchero
    • 200ml di latte vegetale
    • 80gr di olio di semi
    • 1 bustina di lievito per dolci
    • gocce di cioccolato
    Ho usato uno stampo da plumcake ma era troppo grande, l'ideale sarebbe uno stampo da 24cm di diametro.
    Cuocere a 180°C per 35/40 minuti ... vale la prova stecchino.

    Buona Colazione!


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    lunedì 3 novembre 2014

    Veg brioches con pasta madre

    Eccoci di nuovo sull'Arca di Eva per altri 21 giorni vegani!
    Questa volta la scelta l'ha fatta Chiara, che vuole riprovare l'esperienza vegana e vuole cucinare lei quanto più possibile. Le ricette saranno quindi prevalentemente molto semplici e facili... che poi è il tipo di cucina che preferisco.
    Questa mattina però, dato che ieri sera è tornata tardi dalla Halloween Cup di Torbole le ho fatto trovare queste brioche farcite di gocce di cioccolato fondente.


























    La ricetta originale è di Violamirtillo e la potete trovare qui, io ho fatto un paio di modifiche.

    Ingredienti:
    • 125 gr di pasta madre rinfrescata
    • 280 gr di farina 0
    • 30 gr di olio di semi di girasole
    • il succo di un'arancia e poi latte di riso fino ad arrivare a 130 ml.
    • 30gr di zucchero di canna e 30 gr di zucchero bianco
    • 1 pizzico di sale
    • gocce di cioccolato fondente per farcire

    In una ciotola mescolare succo e latte con la pasta madre, aggiungere la farina e lo zucchero e impastare.
    quando l'impasto prende corpo aggiungere il sale e poi lentamente l'olio.
    Lasciar riposare l'impasto fino al raddoppio.
    Sgonfiarlo, stenderlo in un disco dallo spessore abbastanza sottile, ritagliare gli spicchi, farcirli con ciò che si preferisce (anche nulla) e formare le brioche.
    Adagiarle su una teglia foderata con carta da forno e lasciar lievitare nel forno spento, coperte con un canovaccio, per tutta la notte.
    Al mattino infornare a 180°C per 20 minuti circa.

    Buona colazione!