venerdì 23 agosto 2013

L.A.V.A tu che lavo anch'io!

A mia figlia Chiara non piace leggere!


Le piaceva... ora non le piace più.

In prima elementare leggeva libri per il piacere di farlo, poi la maestra ha richiesto che compilassero una scheda alla fine di ogni libro e a me era sembrata un'ottima idea.

Per il primo anno nessun problema, poi in seconda elementare, quando la maestra ha richiesto un libro ogni due settimane, Chiara ha cominciato a controllare il numero di pagine prima di scegliere un libro, per paura di non riuscire a leggerlo nel tempo previsto... poi ha cominciato a scegliere libri semplici, per paura di non riuscire a raccontare bene la trama... leggeva non per il piacere di legger, ma con l'ansia di smarcare pagine, tant'è che ogni volta che prendeva il libro in mano mi diceva a che pagina fosse arrivata il giorno prima e quante pagine avesse letto quel giorno.
Al momento di dover scrivere cosa le fosse piaciuto del libro entrava in crisi, sostenendo di non ricordarsi cosa avesse letto e ci voleva un po' prima che ingranasse e potesse scrivere la trama. Oltretutto io non sono come quelle mamme che leggono i libri dei figli per poterli aiutare nella relazione (non sapevo che ce ne fossero, finché non me l'hanno detto loro "tocca leggere il libro anche a me sennò come la fa la relazione alla fine"), quindi quando lei mi faceva delle domande io non sapevo risponderle, non avendo letto il libro.
In qualche modo comunque se la cavava e siamo arrivati alla fine dell'anno scolastico, però...  quest'estate poi non ha voluto saperne di leggere!

Siamo andate in biblioteca e lei ha scelto dei libri di Geronimo Stilton e uno di Scoobydoo dicendomi "questi li leggo per me, perchè non vanno bene per scuola, la maestra ha detto di leggere dei libri lunghi, di leggerne solo 3 ma lunghi".

Non so cosa le sia capitato, di cosa abbia timore, sta di fatto che non ha voluto leggere libri per scuola... così mi è venuto in mente il metodo L.A.V.A. "ideato" da La solita mamma.

In realtà nulla di nuovo, qui si legge a voce alta da sempre, ho letto alle mie bambine sin da quando erano in fasce. Credo di aver iniziato quando Chiara aveva 6 mesi e non ho quasi più smesso.
Durante l'ultimo anno di asilo e  la prima elementare, Chiara leggeva a voce alta per la sorella delle piccole storielle, prevalentemente i libretti di Giulio Coniglio e poi io leggevo una storia per entrambe.

Ho allentato durante l'ultimo anno, perchè alla sera Chiara aveva da leggere i libri per scuola ed Anna iniziava a leggere per i fatti suoi piccole letture adatte ad una bimba di prima elementare.

Quest'inverno è capitato che ci mettessimo a letto assieme, ognuna con il suo libro e che poi Chiara volesse leggermi alcuni brani della sua lettura quindi, quest'estate, ho pensato che leggere assieme potesse essere un buon metodo per riavvicinarla al piacere della lettura.
S.O.S. urge rimedio !


Ed ha funzionato!
La procedura è stata la seguente; io leggevo una pagina e poi Chiara continuava, ogni volta che riprendevamo in mano il libro, io leggevo la prima pagina e poi lei continuava ... ecco perchè il titolo L.A.V.A. tu che lavo anch'io!

Chiara legge a voce alta, sdraiata affianco a me, legge pagine su pagine, commentando con un sorriso o con una parola.. quindi attenta a quello che legge, facendo domande quando qualcosa non è chiaro. Spesso chiede cose che poi verranno spiegate nel libro, quindi le sto insegnando ad avere pazienza e a proseguire con la lettura cercando la risposta nel libro.

Ecco qui i libri che abbiamo sdoganato con questo metodo:


di Luis Sepulveda

La storia di un'amicizia tra l'umano Max e il suo gatto Mix che poi diventa anche amico di un topo, una storia che fa riflettere sul valore dell'amicizia e sull'accettazione della diversità.

Di questo autore Chiara aveva anche letto "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"




L'occhio del Lupo
di Daniel Pennac

La storia di un lupo guercio che, dopo una vita da lupo, si ritrova rinchiuso in una gabbia dello zoo dove farà amicizia con un bambino speciale.


versione audiolibro







di Mario Lodi

la storia di una foglia di ciliegio che rimane attaccata al suo ramo anche quando le altre foglie son cadute, una foglia ribelle che non vuole staccarsi dal ramo, che non vuole morire perchè troppo curiosa di sapere cosa verrà dopo!




Ecco come abbiamo momentaneamente risolto il problema della lettura, spero che pian piano Chiara ritrovi l'amore per questa attività che tanta parte ha avuto nella sua giovane vita ...    e voi?

Avete bambini che amano leggere?

Bambini che piuttosto di leggere farebbero qualsiasi altra cosa?

Bambini che si immergono nel mondo fantastico dei libri solo se accompagnati dai genitori?

Raccontatemi un po' come avete affrontato il problema della lettura nei primi anni di scuola!

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma


Ho trovato questo bel post de La scuola in Soffitta dove sono raccolte molte idee utili:
Come stimolare la lettura nei bambini


Post nati dalla pubblicazione di questo:




29 commenti:

  1. Mio figlio non sa leggere, ma i libri sembrano piacergli. Abbiamo il problema dell'asilo ora, e spero proprio di risolverlo con un libro adatto! Ne ho ordinato qualcuno ieri sera, speriamo bene...
    Certo che le insegnanti alle volte fanno dei danni... aanch'io sono sempre stata una lettrice accanita, ma la scuola si è spesso messa d'impegno per farmeli odiare, i libri! Ma perché siamo così didattici? Non sarebbe più carino sapere trasmettere ai bambini un po' di entusiasmo, piuttosto che contare i libri che hanno letto?

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  2. Carissima Monica, il metodo L.A.V.A è questo :D!
    E con questo post metti in luce un problema, a parere mio, enorme: l'incapacità della scuola di far amare la lettura.
    Mio figlio ha finito la prima elementare e alle maestre ho già detto che la mia aspirazione è quella che la curiosità (perché nella lettura ce n'è tanta!) non venga mortificata. Perché questo succede, purtroppo! Poi ho visto i libri di testo. Una vergogna! Brutti, insulsi, orrendi. Sì, sembro una snob, o forse lo sono, non lo so. E capisco che per imparare a leggere e scrivere alcuni percorsi siano obbligati, ma quest'estate con mio figlio abbiamo fatto i compiti per le vacanze e non perché non sapesse farli, ma perché si annoiava. Di una stupidità enorme!
    Come bibliotecaria ti dico che quello che succede a tua figlia, succede statisticamente a tutti (e diventa sempre peggio, mano mano che crescono). E tu fai bene a trovare strategie L.A.V.A-tive, per far capire a tua figlia quanto possono essere belle le storie :).
    Il commento è forse troppo prolisso, ma potrei continuare a parlarne all'infinito, perché è un tema che mi sta davvero a cuore come mamma, come donna, come cittadina e come bibliotecaria.
    Un abbraccio :D!

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  3. Eh, a noi questa esperienza fortunatamente ci manca! :D
    Certo peró che mi viene una rabbia a leggere cosa é capace di fare la scuola (che poi ovviamente e per fortuna sono le insegnanti a fare la differenza - ma quando si é sfortunati e si capita in una situazione cosí, uff...).
    Devo dire che ho potuto osservare in entrambi i miei ragazzi che c'era sempre una fase dove li si vedeva con un libro in mano in ogni momento della giornata, poi magari settimane in cui non ne toccavano nemmeno uno.
    Proprio lo scorso inverno ho potuto osservare una di quelle occasioni in puro stile "passione per la lettura": http://buntmond.wordpress.com/2013/02/06/math-vs-persepolis-01/
    Certo che secondo me dipende tantissimo se si é "liberi di leggere" o se la cosa viene vista come obbligo. Anche nella scelta dei libri. E leggere a voce alta rimane sempre una cosa bellissima e di condivisione, a tutte le etá. :)
    Mi permetto di lasciarti un altro link sulla lettura in chiave montessoriana (un post antichissimo ma interessante): http://buntblume.wordpress.com/2010/10/18/guest-post-when-children-dont-love-reading/
    Allora... buona lettura a tutti! ;)

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  4. Questi sviluppi mi preoccupano non poco, eSSe ama i libri, ma non accetta mai di buon grado attività imposte su quel che ama fare spontaneamente. Speriamo bene, intanto LAVIAMO pure noi da sempre...
    Bellissimi i vostri libri, ottima selezione

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  5. Ciao a tutte,
    devo ammettere che sono rimasta stupita dai vostri commenti, in realtà io no ho mai pensato che fosse una cosa negativa che la maestra chiedesse ai bambini di leggere un paio di libri al mese.

    Il problema risiede nell'incapacità di Chiara di affrontare le difficoltà: lei ha paura di sbagliare, di non farcela, di non essere all'altezza... di non finire in tempo il libro.

    In realtà ci sono dei bambini che non finiscono "in tempo" il libro e ... non succede nulla! Il problema si è creato nella testa di Chiara e non è la prima volta che affronta in questo modo sbagliato le difficoltà.

    In primavera:
    Durante una gita scolastica al Palazzo Ducale i bambini avrebbero dovuto fare da guida, ognuno aveva un pezzetto di percorso da raccontare. Chiara si era preparata bene,scrivendo alcune informazioni dettagliate, ma si era ammalata i due giorni prima della gita e non aveva fatto a tempo a studiare a memoria il pezzo.

    Io le ho detto di portarsi i figli e i disegni e di aiutarsi con quelli, la maestra avrebbe capito: lei è scoppiata a piangere dicendo che non erano quelle le regole, che bisognava parlare e non leggere e non voleva andare in gita!

    Morale: ho mandato un sms alla maestra, la quale ovviamente ha detto che non c'erano problemi. Quando ho visto la maestra, lei mi ha detto che aveva capito, sa quali siano le paure di Chiara e la aiuta a superarle, sostenendola, ah capito la bambina sin dall'inizio.

    L'idea di far leggere i bambini "obbligatoriamente" è un passo obbligato nella scuola, con 25 alunni in una classe, quanti pensiate siano quelli che hanno genitori che li farebbero leggere se non fosse un compito assegnato?

    Ho sentito molte persone scocciarsi del fatto che i figli debbano perdere tempo a leggere, genitori di ragazzini delle medie che si scocciano di cover spendere soldi per i libri che i professori assegnano ai loro figli... (che esistono le biblioteche non lo sanno???)

    Non sarei così critica nei confronti della scuola, certo sarebbe bello che i bambini amassero la lettura e leggessero da soli di propria iniziativa, ma non è sempre così, quindi una soluzione ci vuole o almeno il tentativo di trovarne una.
    E quella della maestra mi sembra una buona idea, oltretutto i bambini non avevano molti compiti per casa, quindi il tempo di leggere c'era.

    Non credo che la scuola debba risolvere da sola l'intera questione dell'istruzione delle mie figlie, credo che una gran parte tocchi anche a me, come mamma, quindi quando vedo che mia figlia ha un problema cerco una soluzione, senza necessariamente accusare la scuola di aver fallito.

    Quindi: continuerò a cercare di aiutare Chiara anche con i link che mi avete passato, tenendo anche conto del fatto che mia figlia deve imparare che nella vita si può anche sbagliare e che non succede nulla... insomma deve accettare che è possibile non farcela, ma che non per questo ci si può permettere di mollare la spugna prima di aver iniziato!

    Se avete altri suggerimenti. sono tutt'orecchie!


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  6. Mi è preso male leggere l'inizio del tuo post, mentre continuavo a leggerlo ho continuato a pensare, oddio se dovesse capitare anche ai miei cosa potrei fare, andrei nel panico sicuramente. Mi rincuora il finale del post.

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  7. sei stata bravissima, però fossi in te alla maestra le parlerei, probabilmente lei è animata da buonissime intenzioni ma sta ottenendo l'effetto contrario almeno con tua figlia, quindi o deve aumentare i giorni per leggere, e dare tipo un mese. Anche First è così che non vuole sbagliare diciamo che sono dei perfezionisti basta spronarli un po e sostenerli un abbraccio :-)

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    1. Come ho già avuto modo di spiegare, la maestra non è fiscale, si tratta di un problema di percezione da parte di Chiara.

      Credo che anche questo faccia parte del processo di maturazione e io cerco di aiutarla in questo senso.

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  8. Prima di tutto complimenti per come hai affrontato il problema, anche se mi viene da pensare che a Settembre sarete di nuovo punto e a capo, perché ricomincerà l'Incubo della Recensione. Speriamo in bene.
    Poi ti ringrazio per il post, che mi ha aperto gli occhi su una realtà che conoscevo poco (io insegno alle medie); ma ci devo pensare su perché ci sono tanti aspetti da considerare, davvero tanti.
    Di una cosa però sono fermamente convinta: i compiti a casa vengono assegnati agli scolari, non ai loro genitori, perché i genitori sotto questo aspetto avrebbero già dato. Se un genitore, avendo tempo e voglia, tiene compagnia ai figli mentre fanno i compiti per il piacere di condividere con loro quel momento e magari per incoraggiarli, va benissimo, ma i compiti DOVREBBERO ESSERE ALLA PORTATA DI CHI LI FA, perché DOVREBBE FARLI DA SOLO. Ora, se da voi ci sono bambini magari perfezionisti (ma essere perfezionisti non è un difetto, caso mai un pregio) che al momento della scheda vanno in crisi oppure genitori che aggirano il problema leggendo anche loro i libri per aiutare i figli a fare la scheda... mi sembra chiaro che il compito è fuori della portata dei bambini. Altrimenti lo farebbero e amen, senza particolari storie. L'ansia viene davanti a qualcosa che ti sembra difficile e al di fuori della tua portata. Tua figlia è ansiosa al momento di infilarsi i calzini? O di accendere la televisione? Sospetto di no...

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    1. Mia figlia è ansiosa... mia figlia si preoccupa di tantissime cose, ha spesso paura di non essere all'altezza e questo sin da quand'era piccolissima. Si tratta di una battaglia che devo affrontare su più fronti... quello della scuola no, lei a scuola va bene, molto bene, a quanto mi dicono le maestre e a quanto dicono i loro voti e giudizi, però lei ha un fondo di insicurezza che la blocca davanti a molte cose.

      Un giorno il maestro di judo mi ha chiamata in palestra per dirmi che la bambina è molto portata e che se le piacesse continuare lui ne sarebbe molto contento.
      Usciti dalla scuola Chiara mi ha chiesto cosa mi avesse detto il maestro, quando le ho riferito le parole, lei mi ha chiesto "ma secondo te lo pensa veramente o te l'ha detto perchè voleva essere gentile con te che sei la mia mamma?"

      Capisci che è dura convincere una bambina così delle sue reali capacità!
      Le maestre la stimano molto ed hanno subito capito, dal primo giudizio, quale sia il suo carattere delicato e quali siano le sue debolezze e di questo sono molto fortunata.

      Per quanto riguarda le scadenze, la maestra non è fiscale, non lo è soprattutto con chi dimostra impegno e costanza... il problema sta nella testolina di Chiara ed è compito mio aiutarla a superare questi fantasmi!

      Per quanto riguarda i compiti, sono perfettamente d'accordo con te: io i compiti li ho già fatti a mio tempo, quindi ora le mie figlie si arrangiano da sole e sono perfettamente in grado di farlo perchè i compiti sono alla loro altezza.

      Certo io dico loro quando mettersi a fare i compiti, non le lascio certo mettersi a studiare alle otto di sera... orario in cui, a volte, ricevo telefonate di mamme che mi chiedono "che compiti ci sono per domani?" ...

      Ripeto, lo so che la lettura non dovrebbe essere un'imposizione, ma un piacere, ma questi bambini vanno anche allenati e abituati alla lettura, se non ci pensa la famiglia, allora ci deve pensare la scuola.

      Durante i 5 anni delle elementari, io non ho mai avuto compiti per le vacanze: dovevamo solo leggere dei libri... ma DOVEVAMO leggerli!

      Credo fermamente che il compito assegnato sia alla sua portata, infatti l'ha comunque sempre svolto da sola, deve semplicemente convincersene anche lei.

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  9. Mettiamola così: al di là delle preoccupazioni anche eccessive di tua figlia, la pratica di far leggere due libri al mese con obbligo di relazione alle elementari mi sembra una pratica insensata. Per dirla tutta mi era sempre sembrata insensata anche alle medie, e adesso attraverso il tuo racconto ho messo a fuoco finalmente cos'ha di sbagliato, anche al di là della possibilità (seria) di compromettere il rapporto con la lettura per molti anni - che già questo da solo è un bel problema.
    Ci sto facendo un post. Metterò il rimando al tuo e ti avviserò quando lo pubblico.
    Intanto grazie ancora ^__^

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  10. Ma lo sai che anche io da appassionata lettrice che ero alle elementari, dalle medie che ci imposero di leggere 10 libri nei 3 mesi di vacanza e farne le relative schede dei personaggi, riassunti e analisi ho avuto un lungo, lunghissimo periodo di allergia ai libri?erano diventati qualcosa di noioso, ma dicevo 10 libri nelle estati delle scuole medie, siamo matti?ne ero ossessionata, ricordo che ne feci leggere 3 a mia nonna per poi farmeli raccontare perchè avevo paura di non riuscire a leggerli tutti.....gli insegnanti a volte esagerano davvero e fanno danno!Per fortuna poi un'altra insegnante al liceo, i miei zii e la libertà di scelta mi hanno riportato al piacere della lettura. Il tuo metodo mi piace molto e vorrei provare ad usarlo con mia nipote che appena vede un libro scappa, dicendo che la annoia soltanto!Sta a noi trasmettere la voglia di sfogliarli ed entrarci dentro!:-) ce la farò?

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    1. Si, vedrai che leggere assieme a lei le farà vedere la lettura sotto un'altra ottica.

      10 libri in tre mesi mi sembrano una sorta di maratona... anche se, probabilmente alle medie, io ne leggevo anche di più... ma ero un caso disperato di dipendenza da lettura!!!

      Ricordo che, la sera, mia madre veniva a spegnermi la luce e a togliermi il libro dalle mani e io chiedevo di poter leggere l'ultima pagina: come fanno i bambini ora con i videogiochi!

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    2. Anch'io, anch'io!
      (Col tempo imparai a FINGERMI addormentata, per poi accendere la luce quando lei andava via. Mi aiutava anche il pavimento, dove le assi scricchiolavano e nessuno poteva camminare senza farsi sentire, a volte nemmeno la gatta...)

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    3. Ah, per inciso, le mie figlie non hanno i videogiochi!
      Comunque leggono dal mio Kindle ;)

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  11. Questo post ha figliato ^__^
    http://ildiariodimurasaki.blogspot.it/2013/08/haeretica-contro-le-recienzioni.html
    (la stessa questione, vista con gli occhi di un'insegnante delle medie)

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    1. In seconda media l'insegnante ci fece leggere in classe, a voce alta (lettura collettiva) con commenti e spiegazioni da parte sua... Il Giorno dell Civetta !
      Un'esperienza fantastica!

      Quest'inverno ho sentito un'insegnante di prima media consigliare "diario di una schiappa" ... mah!

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    2. E' un consiglio un po' inutile, nel senso che lo leggono comunque, da quel che so...
      Comunque i consigli van sempre bene. E i libri letti in classe, se piacciono, sono un'esperienza fantastica.
      (e se piacciono all'insegnante, di solito piacciono anche agli alunni, ho notato, perché l'entusiasmo si trasmette per via telepatica ^__^)

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  12. Aiuto! Mi sa che devo parlare con Caterina!!! Mi dispiace che qualcuno abbia detto che facciamo danni...è proprio quello che mai vorrei! Il tutto è nato proprio per "colpa" dei genitori. Mi spiego: l'insegnante dà un libro da leggere e chiede una semplice scheda da compilare a misura di bambino. Il bambino viene troppo aiutato e la scheda arriva perfetta, ricca, completa. La maestra assegna un altro libro e si crea una sorta di gara fra i compagni a chi legge di più, a chi completa più schede.....io li sento in classe "guarda quanti...io di più..." E poi si arriva al punto di suturazione. In realtà se i bambini non fossero aiutati l'aspettativa dell'insegnante sarebbe minore. La maestra chiede: "hai fatto da solo/a?" "Sììììì". Ecco pronta la frittata.
    Detto ciò, sappi che io mi sono letta tanti di quei libri e fatta tante di quelle recensioni per i miei figli che non ne hai un'idea. Ma...una cosa è la mamma, un'altra è la maestra!

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    1. Come ben sai, Chiara non può certo contare sull'aiuto della sua cattivissima mamma ;)
      Credo che tu abbia ragione, in classe c'è un po' di competizione, così come molti bambini (a causa dei genitori ovviamente) danno grande importanza ai voti... è da giugno dello scorso anno che mi chiedono come sia andata la pagella di Chiara e io rispondo "bene grazie"...
      Detto questo, io continuo a sostenere che 2 libri al mese non siano sta gran fatica, soprattutto se lasciati recensire dai bambini. A volte Chiara si perdeva a raccontare (nella trama) dettagli assolutamente irrilevanti, un po' alla volta ha capito che una trama non deve riferire tutto ciò che c'è nel libro e ora va molto meglio. Ci è arrivata lentamente, da sola, forse qualcuno c'è arrivato più velocemente e forse qualcuno ha preso la scorciatoia... ma a me interessa che mia figlia guardi i propri miglioramenti.

      Leggere è importante, se i bambini non lo fanno da soli,se non lo fanno spinti dai genitori, allora ben venga che ci pensi la scuola.
      Inizialmente leggeranno perchè devono e forse poi scopriranno che è un gran piacere... oppure no, c'è un sacco di gente che non ama leggere!

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    2. Quest'anno impareremo a fare i riassunti (ben diversi dai racconti) e i particolari....spariscono, e le lunghe storie... si riducono a poche righe. Impareremo a fare gli schemi per riassumere e studiare più facilmente. Mamma mia quante cose da fare! La III è moooooolto faticosa per tutti: bambini, maestre e genitori che dovranno sopportarci!

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  13. suturazione sta per saturazione, ovviamente!

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  14. Ciao Monica a me piace molto leggere, da sempre, mi sembra di "espandermi" quando leggo.
    Forse in una famiglia le cose si trasmettono da sole, come gli accenti, fatto sta che al momento anche alle mie bimbe piace molto leggere. E a me con loro. Devo ammettere che da quando è nata Anna mi si è spalancatoil mondo della letteratura per l' infanzia e me ne sono innamorata, esistono libri splendidi per I bambini! Noi leggiamo molto spesso insieme, la sera dopo cena e anche durante il giorno quando loro me lo chiedono..chi se sarà così anche quando cominceranno la scuola. .

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    1. Concordo con te Marta, anche a me sembra di espandermi!
      Sicuramente l'ambiente ha una grande influenza ma a volte ci possono essere dei momenti di difficoltà che sembrano annullare tutto il "lavoro" fatto fino a quel momento: quindi bisogna inventarsi qualcosa per correre ai ripari!

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