Quest'estate siamo andati a Chioggia, una mattinata trascorsa cercando di imparare qualcosa sul campo ;).
Per raggiungere Chioggia dal Lido basta prendere l'autobus linea 11 dal centro e percorrere tutta l'isola, fino agli Alberoni, dove il bus si imbarca sul Ferryboat per Pellestrina (un'altra delle isole che formano il cordone litoraneo che forma la laguna di Venezia), percorsa tutta l'isola si scende dall'autobus per imbarcarsi su un battello foraneo fino a Chioggia.
Il viaggio dal Lido dura un po' più di un'ora.
Il
centro storico di Chioggia, se osservato dall'alto, appare a forma di lisca
di pesce. La città viene denominata la Piccola
Venezia per le
caratteristiche urbanistiche della zona antica molto simile a quella di Venezia A Chioggia sono presenti, quindi, al pari di
Venezia, calli, campi e canali. Il principale è il Canal Vena, attraversato da
nove ponti, per molti versi simili a quelli presenti a Venezia. A Chioggia però ci sono le macchine!
Scesi dal battello foraneo ci si ritrova all'inizio di Corso del Popolo, nella piazza Vigo, che prende il nome dal ponte li vicino, Ponte Vigo, il più imponente dei 9 ponti che attraversano Canal Vena.
In Piazza Vigo troneggia un'alta colonna sormontata
dal Leone
Marciano,
simbolo dell'orgoglio veneto ma ironicamente chiamato dai veneziani el
gato (il gatto)
perché di dimensioni molto inferiori a quelle del leone di Venezia.
Mio nonno mi raccontava che, per far arrabbiare i chiosoti, quand'era ragazzo, si usava andar a mettere delle sardine sotto alla statua: il cibo per il gatto!
La leggenda
sulle origini di Chioggia risale ad Enea, l'eroe troiano, fuggito dalla sua
città, navigò per il Mediterraneo fermandosi nel Latinum.
Con lui partirono anche Antenore, Aquilio e Clodio che, a metà del viaggio, si
separarono dal loro concittadino per dirigersi verso la laguna veneta fondando
rispettivamente Padova, Aquileia e Clodid. A prova
di questa leggenda c’è il simbolo della
città, un leone rampante rosso, scelto da Clodio in ricordo della sua città
natale, e il nome della città stessa deriva dal nome del suo fondatore.
La Storia sulle origini di Chioggia, grazie ai ritrovamenti archeologici, narra invece che la città sia stata fondata attorno al 2000 a.C. dai Pelasgi, popolo di navigatori. Il nome Chioggia quindi deriverebbe da
Cluza, "costruita artificialmente" , per spiegare che la città insulare,
senza modificazioni umane, sarebbe stata sommersa dalle acque ad ogni alta
marea e sarebbe presto sparita.
La
prova che Chioggia esistesse in epoca romana è la struttura tipica del
reticolato geometrico che la contraddistingue ,formata da un "Cardo",
l'attuale Corso del Popolo, e da un "Decumanus".
Passeggiando per Chioggia, lungo corso del Popolo troviamo tre
importanti chiese:
La cattedrale di Santa Maria Assunta, presso la statua della Vergine detta “Refugium
peccatorum” andavano a pregare le mogli dei pescatori affinché
tornassero sani e salvi dalle battute di pesca.
La Chiesa di san Gacomo
La Chiesa di Sant'Andrea, costruita nel al 18° secolo, ha una torre in
stile romanico - detta Torre dell'Orologio – che è più antica e risale all'
11°/12° secolo. Una volta era torre di difesa e di avvistamento militare. In
questa torre c’è l'orologio da torre più antico al mondo realizzato da Giovanni
Dondi dell'Orologio, gli storici hanno dimostrato che esisteva prima ancora di
quello di Salisbury in Gran Bretagna
Lungo la via principale si trova anche il mercato del pesce al dettaglio a Chioggia, il mercato del pesce è
un’istituzione antica, dato che la pesca è sempre stata fra le attività più
importanti della città.
Il mercato si trova tra la Piazza e il Canal Vena ed è
formato da una trentina di banchi di pescivendoli, chiamati mògnoli, che vendono pesce di tutti i
tipi, perché Chioggia è un punto d’incontro anche di pescatori non
chioggiotti.
L’accesso principale al
mercato è dato dal “Portale a Prisca”
scolpito dal padovano Amleto Sartori.
Il canale di san Domenico dove sono ormeggiati i pescherecci
Il ponte girevole che si apre per far uscire i
pescherecci
Il ponte conduce al Mercato Ittico sull’Isola dell’Unione che si
trova tra Chioggia e Sottomarina, in questo mercato il pesce fresco si scarica
dai pescherecci alle 4 del mattino, viene subito contrattato, e poi distribuito
per la città o destinato agli altri mercati italiani ed europei.
La pesci di questa zona sono molto apprezzati per le
particolarità dovute ai bassi fondali. Ci sono varie specialità, sia pregiate
(sogliole, branzini, orate, capesante), sia modeste (alici e sarde).
Un'imbarcazione tipica è il Bragozzo barca da pesca di
grandi dimensioni, con vela al terzo , che iniziò ad essere costruita negli squeri nell'ottocento.
La vela
è sempre stata il simbolo, l’emblema caratteristico e più appariscente del
bragozzo chioggiotto, tanto è vero che il vigariolo
(un pescatore divenuto avvistatore marittimo) riconosceva a distanza i vari paroni (padroni) dei bragozzi dal colore e
soprattutto dalle raffigurazioni dipinte sulle vele.
Un tempo lo scafo dei bragozzi veniva abbellito
con varie decorazioni: a prua erano
dipinte ad olio figure alate dette ànzoli (angeli),
o soggetti sacri con lo scopo di
ottenere la protezione dei Santi o della Madonna.
Altro famoso prodotto di Chioggia è il radicchio con il quale si fa anche una torta molto gustosa e non troppo dolce.
Torta Ciosòta
L'ingrediente principe di questa torta è il Radicchio di Chioggia.
Il radicchio di Chioggia (chiamato in dialetto chioggiotto
"radicio de Ciosa") è una particolare specie di radicchio molto
famoso anche a livello nazionale, per le sue proprietà e per il suo buon gusto.
A differenza di
quello trevigiano, ha una forma rotonda, che richiama proprio la rosa; da qui il
nome rosa di Chioggia.
La varietà di questo radicchio è stata selezionata negli
anni '30 dall'incrocio del radicchio trevigiano con l'indivia. Le tecniche di
selezione naturale di questo vegetale si sono raffinate intorno agli anni '50,
ottenendo piante a foglia screziata, maggiormente resistenti ai parassiti e più facilmente
conservabili. (Wikipedia)
150gr di burro
150gr di zucchero
5 uova
vaniglia
100gr di farina “00”
1 bustina di lievito
150gr di carote
200gr di radicchio di Chioggia
150gr di nocciole
6 fette biscottate
Montare a neve gli albumi
In un'altra ciotola montare a crema burro, tuorli e
zucchero.
Triturare le fette biscottate, il radicchio, le nocciole e
le carote e aggiungere questi ingredienti
al composto dei tuorli assieme alla vaniglia.
Unire adesso la farina miscelata con il lievito.
Per ultimi incorporare delicatamente gli albumi.
Versare il composto in uno stampo da 24cm di diametro e cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per 45 minuti circa.
La torta risulterà morbida e leggermente umida, non troppo dolce.