Ho preso la versione e-book e mi sono tuffata nella lettura.
Da subito una strana e nuova sensazione, lo stile del racconto mi ha ricordato i telefilm americani (tipo Castle o C.S.I. per intenderci). il racconto riusciva perfettamente a far immaginare la l'ambientazione e le caratteristiche fisiche e caratteriali dei personaggi.
Come faccio con i film, quando ci sono scene troppo vibranti, cambio brevemente canale o mi alzo per far qualcosa in giro per casa....ok, sono una fifona! Così ho fatto con una scena all'inizio, mi sono data alla lettura veloce per evitare il panico: che dire... narrazione coinvolgente!!
La storia è ben bilanciata e ha degli intriganti colpi di scena e il racconto tiene la suspance fino alla fine, infatti mi è dispiaciuto arrivare al termine. Unico appunto, forse avrei curato un po' di più la conclusione post scena finale.
Ho avuto un senso di déjà vu durante la prima parte del romanzo che poi però ha preso una piega totalmente inaspettata e mi ha incredibilmente coinvolto.
Il racconto inizia come un normalissimo giallo e poi svolta nel fantasy in modo molto piacevole e anche "realistico" dato il tema trattato.
Ogni capitolo del libro ha come titolo, quello di una canzone e la storia è intrisa di citazioni musicali.
Spero vivamente che questo nuovo scrittore prosegua con altri libri che attenderò con piacere.
Ho inviato una mail con alcune domande per Harry Fog e ne è uscita una piccola intervista:
Ciao Monica,
Intanto grazie per le belle parole: non c’è cosa
migliore per un autore (faccio fatica a definirmi scrittore) di sapere d’aver
coinvolto il lettore come descrivi tu.
È bello ricevere complimenti, è ovvio e sono grato
a chi mi sostiene in questo modo, ma sovente sono come una pacca sulla spalla:
“molto bello, bravo mi è piaciuto, scrivi bene, continua così”, fanno piacere
ma non rimangono impressi.
Per assurdo (mica tanto), mi ricordo di più delle
critiche più o meno pesanti. Fortunatamente ne ricevo solamente un paio ogni
venti circa e ci stanno tutte: per ora esprimono solamente disappunto legato al
proprio gusto personale, cosa che rispetto a prescindere, sapendo di non poter
raggiungere il favore di tutti con il mio modo di fantasticare.
Infine, ci sono i pareri come il tuo, positivi e
che esternano sensazioni provate durante la lettura che avrei voluto suscitare
e, in più, sono di persone che mi fanno domande per approfondire: di queste non
mi dimenticherò mai.
Mi hai fatto sorridere con ragione quando ho letto
che la storia ti ha ricordato i telefilm americani J A me piace un po’ di
tutto purché mi coinvolga, spazio da Sciascia passando per Hesse e la Rowling
per arrivare ai film Marvel!
Così è anche per i gusti musicali, come si nota
facilmente dal libro. Questo per dirti che nel mio primo esperimento ho scelto
un argomento di fantasia ed è venuta fuori più una sceneggiatura che un
romanzo. Quella che qualcuno chiamerebbe un’americanata.
Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere il romanzo due anni fa. Era
tanto che avevo questa idea che mi frullava per la testa. La spinta me l’ha
data la voglia di ritagliarmi un impegno tutto mio: io e mia moglie abbiamo due
bimbi, e non abbiamo nonni; i figli sono un tesoro, si sa, ma cancellano per un
buon periodo della vita la nostra individualità, mi sono allora buttato in
questa avventura per ritrovarne un pezzo.
Come nasce l'idea per un romanzo
così articolato con molti personaggi?
È una domanda a cui mi piace rispondere: nella mia
mente avevo da tempo come dei brevi film in testa, a cui non riuscivo a dare un
inizio, così non mettevo mai giù nulla. Poi c’è stata la seconda gravidanza di
mia moglie; osservare i cambiamenti del fisico e della psiche di una donna in
gravidanza mi ha fatto pensare che solo una magia avrebbe potuto fare
altrettanto... ecco da dove è nata l’idea del gioiello e di Aikane, c’è un po’
di poesia in questo, anche se la storia non lo lascia trasparire.
Allora ho deciso di scrivere quello che mi passava
per la mente, per intenderci ho iniziato da alcune parti di quello che è
diventato il secondo capitolo, senza preoccuparmi di altro. È successa quindi
un’altra magia: più scrivevo e più la storia mi appariva chiara espandendosi intorno
al punto da cui avevo iniziato.
Invito, quindi, chiunque abbiamo un’idea che gli
frulla nella testa a non esitare alla ricerca di un inizio o una fine: mettere
giù nero su bianco una piccola fantasia significa coltivarla e vederla crescere.
Aikane, nella descrizione fisica, ricorda i
disegni di Milo Manara,
ti sei ispirato a qualche
persona reale per la descrizione dei personaggi del racconto?
I personaggi del racconto hanno molte
caratteristiche delle persone reali che ho conosciuto durante la mia vita… e
anche molto di me! Non tanto al punto di vista fisico, ma quello psicologico, delle
esperienze e del vissuto.
La parte fisica è solamente frutto della mia
fantasia e di alcuni stereotipi cinematografici che possono essere banali, ma a
me piacciono J. Può darsi che anche i disegni di Manara mi
abbiano in qualche modo condizionato.
È quest’ultimo aspetto che probabilmente non è piaciuto
ad alcuni lettori: amen, come già sottolineato non è possibile piacere a tutti,
anzi, sarebbe disumano.
Perché hai scelto il fantasy?
In realtà il fantasy puro (quello in cui sia
l’ambientazione che i personaggi sono tutti fantastici), escluse rare eccezioni
come Tolkien, non mi fa impazzire. Preferisco storie in cui la fantasia si
mescola alla realtà, forse per sognare un po’.
Come primo esperimento di scrittura ho optato
quindi per il fantasy contemporaneo (si chiama così questo sottogenere) per
lasciare spazio alla mia fantasia e alle mie esperienze reali senza addentrarmi
in argomenti
troppo complicati. Voglio avere più riscontri possibili sul fatto che il mio
modo di scrivere sia piacevole, corretto e scorrevole innanzitutto, prima di
cimentarmi in qualcosa di più profondo e complicato. Ovviamente, per rispetto
ai lettori che aspettano l’eventuale continuazione della storia, porterò alla
fine la saga di Aikane, della quale sto già scrivendo da alcuni mesi il secondo
capitolo. Coi miei tempi ovviamente, non è la mia professione.
C'è qualcuno di speciale che legge il
manoscritto man mano che scrivi oppure presenti il libro finito?
Durante la scrittura di questo primo libro, mia
moglie e mio cognato (Renato Grossi che a sua volta è un autore dilettante come
me) leggevano i capitoli man mano che li sfornavo, indicandomi errori e
strafalcioni. Dopo metà romanzo, ho smesso di consegnare loro le parti perché
nel frattempo avevo deciso di cambiare alcune situazioni già scritte, proprio
perché la storia nasceva mentre buttavo giù, e alcune cose dovevano essere
modificate per non contraddirmi.
Una volta terminato, ho quindi riconsegnato tutto
il malloppo a loro due, a mia sorella e ad amici/conoscenti che si sono offerti
come correttori di bozze: è stato un preziosissimo aiuto da parte di tanti.
Per il secondo consegnerò le copie solamente al
termine, a chiunque si offrirà di aiutarmi con l’editor.
Prima di salutarti mi preme aggiungere un’ultima
cosa che credo possa essere interessante: la musica! Ho scelto di battezzare
ogni capitolo con il titolo di una canzone in esso richiamata perché, nella mia
fantasia, le scene erano accompagnate dalla musica. Mi sono detto “se nascono
così, perché eliminarle della loro colonna sonora?”.
Ecco che alcune volte le parti del romanzo
nascevano con il loro brano, altre volte ho dovuto
cercare una canzone da abbinare. Ultimamente, mi capita invece qualcosa di
curioso: ascolto una canzone e mi viene in mente cosa scrivere! È fantastico!
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