venerdì 29 agosto 2014

Venerdì del Libro : Caro bambino, bambino caro.

Eccomi qui, di nuovo, a recensire un libro scritto da un’amica… sono fortunata però !



Caro bambino, bambino caro


Anche in questo caso si tratta di una storia intensa e coinvolgente, il diario di una donna che descrive la via (il calvario direi io) che percorre chi, come lei, decide di voler avere un figlio con la procreazione assistita.

Leggere questo libro è stato per me molto faticoso, ne ho ricavato un bel mal di stomaco (io somatizzo così) perché le tematiche trattate cozzavano parecchi con il mio modo di vedere.

Innanzitutto partiamo dal presupposto che io non ho dovuto fare nessuna scelta, i figli sono arrivati nel modo canonico e senza neanche troppi sforzi. Data l’età (36 anni), un aborto spontaneo alla prima gravidanza non si può considerare una difficoltà, come han detto i medici “è fisiologico” … ci si sta male ugualmente, ma si prosegue con slancio.

Prima di sposarmi, ho parlato spesso di questo argomento con il Comandante, avevo le idee ben chiare, da sempre: non voglio una vita senza figli, ma non è necessario che sia io a partorirli.
Mi son sentita pronta ad essere mamma sin da quando avevo 20 anni, anche se poi la vita mi ha portato ad avere figli molto più avanti. Non ho però mai sentito la necessità di essere una “mamma di pancia”. 
Ho sempre pensato che ci fossero tanti bambini al mondo bisognosi d’affetto, quindi non sarebbe stato necessario un accanimento terapeutico per concepire un figlio.
Pensavo anche che avrei potuto partorirne uno io e uno adottarlo…

Il Comandante invece temeva l’adozione, temeva di non essere all'altezza.
La sua più grande paura era il rischio di non essere un bravo genitore e di far soffrire il bambino.
Spesso abbiamo discusso sull'argomento e lui criticava le mie certezze, chiedendomi come potessi essere sicura che sarei stata una buona madre per un bambino “non mio”, chiedendomi come potessi essere sicura che l’avrei veramente amato con tutta me stessa, senza riserve…

Il nostro vissuto ci condiziona, mia madre mi ha sempre trasmesso il suo rimpianto per non aver potuto adottare un bambino, all'epoca la situazione economica non era florida, l’unico stipendio era quello di mio padre e quindi la famiglia non era considerata in grado di sostenere un secondo figlio. Ricordo che una delle obiezioni fu che avrebbe dovuto dividere la stanza con me e non ne avrebbe avuta una sua… insomma l’adozione era per gente ricca!

Ecco, forse sono cresciuta avendo nel DNA l’informazione che adottare un bambino fosse la cosa più naturale e ragionevole: perché accanirsi per fecondare artificialmente, quando ci sono così tanti bambini che aspettano di essere amati?

Partendo da questo presupposto, la lettura di questo libro è stata coinvolgente ma difficile.

La sofferenza sia fisica che morale attraverso cui è passata questa donna è enorme e, nonostante questo, riesce anche a sentirsi in colpa!

Ho vissuto da vicino l’impossibilità di avere figli tramite una persona a me molto cara, quasi una sorella. Ricordo la sua tristezza e ricordo le stupide domande che fa la gente:
 “E voi come mai niente figli? E sì che siete sposati da un pezzo, cosa aspettate?”
Se questa domanda viene dalla nonna novantenne, si può anche scusare, ma che a farla siano i miei coetanei, questo mi fa davvero arrabbiare! 
Una delle mie zie più vecchie mi chiedeva sempre se avessi il fidanzato, quando sono arrivata ai vent'anni ha smesso perché “oramai resta zitella, una croce per i suoi genitori” ecco, da una così te la puoi anche aspettare la domanda invece la gente ancora oggi apre bocca e da fiato senza pensare, con una leggerezza imbarazzante.
Sia questa mia dolce “sorellina”, che la donna del libro, non osano rispondere in malo modo alle persone insensibili che pongono certe domande… si sentono in colpa, se rispondono, rischiano di mettere in imbarazzo l’altra persona.

Beh, mettiamola pure in imbarazzo direi io!
Magari così eviterà in futuro di ferire altre persone. 
Un giorno non ci ho più visto e alla domanda (non rivolta a me, ma alla mia “sorellina”) “ e tu perché non fai figli?” (ma si può essere più scemi?) ho risposto io “sai lei avrebbe anche voluto fare un figlio, ma poi ha pensato che sarebbe potuto venir fuori stupido come te e allora ci ha ripensato!”

Il genio si è risentito “mi spiace, ma come facevo io a sapere che non potevano avere figli?”

Certo, non potevi saperlo, ma non ti viene in mente che queste non son domande da fare? Che potresti ferire qualcuno che sta già soffrendo abbastanza?

Oltre al fatto che qualcuno non può avere figli, altri invece non li vogliono avere. Scelta legittima e assolutamente non criticabile e anche qui la domanda è inopportuna, perché mette in crisi chi vorrebbe rispondere “perché non ne vogliamo” dato che è inconcepibile per la moderna società che una donna possa non voler essere madre, pare che quello sia l’unico scopo per cui siamo state create!

Come potete capire, questo argomento mi coinvolge molto, quindi leggere il libro è stata un’esperienza forte.

La storia di questa donna è ancor più complessa perché la sua fecondazione necessita di analisi pre impianto, cosa che in Italia è assolutamente fuori legge. L’unica possibilità rimane l’estero. Va da sé che, a queste condizioni, un figlio se lo possono permettere in pochi.

Un libro forte e intenso, sull'argomento trattato non voglio esprimere nessun giudizio perché sento, in cuor mio, che non ne sarei in grado. 
Non saprei dire se la legge italiana riguardo alle indagini pre impianto sia giusta o sbagliata, non saprei dire dove si dovrebbe mettere il limite ...

Con questo post parteciperò  al  Venerdì del Libro di Homemademamma .

8 commenti:

  1. Anche io la penso come te, anche io ho sempre detto che non mi pareva necessario il parto per avere un bambino , anche perché il parto nella'adozione c'è comunque, solo che non coinvolge la fisicitá. I tempi di attesa poi sono sicuramente più lunghi dei canonici 9 mesi. Però non me la sento di giudicare chi non la pensa come me. Ho parecchie amiche che hanno provato la procreazione assistita, alcune con successo. Capisco molto meno l'eterologa, o casi limite come l'utero in affitto...però, per carità, limiti miei!

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  2. Aggiungo che impedire l"indagine preimpianto è un non senso se poi c'è la possibilità di interrompere la gravidanza per malformazioni fino al 5 mese. Si evita solo inutile sofferenza

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    1. Ci sono troppe contraddizioni nelle leggi italiane ed esprimere un punto di vista corretto è davvero difficile.

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  3. Tamatica molto delicata... In merito alle domande inopportune della gente... bhè... purtroppo capita di imbattercisi molto spesso e sugli argomenti piu' disparati. La sensiblità è una dote che, purtroppo, appartiene a pochi. Nel merito credo che sia una interessante testimonianza per riflettere....

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    1. La sensibilità questa sconosciuta. Pare che adesso, il diritto ad esprimere la propria opinione stia davanti a tutto.

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    2. Un tema davvero molto delicato e al quale, in un certo modo, mi sento molto vicina.. l'idea di non potere evere figli ti leva il fiato..io per avere Anna ed Elena ne ho persi altri cinque. .il verdetto era sempre quello
      Ovviamente in quegli anni si è parlato di adozione e un po ' mi rivedo nella descrizione dei ruoli del coma dante e tuo ..alla fecondazione non ho mai dovuto pensare da vicino perché I miei problemi erano di altra natura. .
      Ho invece dovuto imparare a fare lo slalom tra le domande stupide della gente..che, ahimè, non ha mai problemi di riproduzione e non sa con leggerezza quanto male può fare

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  4. Un libro impegnativo ma anche interessante, quindi.
    Ora non mi sentirei di leggerlo, però me lo segno perché prima o poi vorrei farlo.
    Grazie del consiglio.

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    1. Sì, decisamemte un libro forte, da leggere al mimento giusto.

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