Avevo un sacco di idee, di progetti, di cose che volevo provare in questo 2020... avevo in mente di approfondire lo studio della lingua e di passare il DELF B2 a giugno, avevo in mente di viaggiare e conoscere meglio il Belgio, questo paese che ci ospita dall'estate del 2018.
Le ragazze avevano piani!
Anna aveva un ricco programma di allenamento invernale e di competizioni che sarebbe culminato con uno stage estivo di 15 giorni nel sud della Francia ... a giugno avrebbe dovuto sostenere il CE1D esame scolastico alla fine del quadriennio comune.
Chiara avrebbe sostenuto un esame del Goethe (di tedesco) a giugno e poi sarebbe andata in Germania per continuare lo studio della lingua e al ritorno avrebbe frequentato un anno scolastico alla sezione tedesca della scuola internazionale della base.
I miei genitori si erano finalmente decisi a venirci a trovare: partenza da Venezia il 26 Aprile, tappa ad Hannover per salutare il fratello di mia madre e poi qui da noi per il compleanno di mio padre (80) e l'anniversario di matrimonio (56) la prima settimana di Maggio... sarebbero rimasti qui una ventina di giorni a godersi le nipoti.
Mio marito aveva un carnet colmo di missioni in giro per l'Europa, ero pronta a cavarmela da sola in modalità taxi per portare e riprendere le figlie dalle varie attività, fare le spese e andare al corso di francese.
Poi all'improvviso il Covid19.
Le notizie dall'Italia giungevano sempre più allarmanti ... e qui in Belgio pareva non si stesse facendo nulla, sembrava che fosse solo un problema dell'Italia, il resto d'europa stava a guardare! Gli expat italiani hanno vissuto un momento terribile, forse con più angoscia e paura degli altri: sentivamo quello che accadeva in Italia e aspettavamo con paura che arrivasse anche qui. Gli altri vedevano il virus come qualcosa di lontano, che non li avrebbe toccati: aveva viaggiato dalla Cina all'Italia, come potevano pensare che non si sarebbe impossessato di tutta l'Europa?!
L'angoscia da figlia unica, a 1200 km di distanza, con due genitori ottantenni nell'occhio del ciclone: facevo fatica a respirare... e non era il virus.
Il Covid è scoppiato come una bomba e ha rivoluzionato le nostre esistenze, ha cancellato tutti i nostri piani e ci ha costretto a riprogrammare il nostro modo di vivere, le nostre abitudini di studio e di lavoro: una nuova normalità. Abbiamo imparato a guardare con ancor maggiore rispetto dottori ed infermieri, che si sono presi cura della nostra salute anche mettendo a repentaglio la loro.
In estate siamo riusciti a tornare in Italia, con le dovute cautele, ho potuto rivedere i miei genitori che avevo salutato il 2 gennaio pensando di rivederli presto... lunghe passeggiate sulla spiaggia e fino al faro mi hanno rigenerato nel corpo e nello spirito. Un'estate breve e anomala che ha però lenito le ferite provocate da mesi di angoscia per la salute dei miei cari.
Rientrati in Belgio siamo ritornati ad un certa normalità: le ragazze sono andate a scuola e a fare sport; c'erano delle regole da rispettare ma ci si sentiva come se finalmente potessimo tenere la testa fuori dall'acqua, che si potesse di nuovo cominciare a respirare.
Poi a fine ottobre di nuovo i numeri dei contagi hanno fatto preoccupare e quindi siamo rientrati in lockdown. Le regole non così strette come quelle del primo, ma comunque si è temuto di ripiombare nell'incubo. Da Novembre è stato introdotto il coprifuoco notturno dalle 22 alle 6.
Per fortuna dopo un leggero prolungamento delle vacanze d'autunno i ragazzi sono tornati a scuola , i negozi hanno riaperto (a parte parrucchieri ed estetisti), si può andare nei musei. Lo sport di gruppo è solo per i ragazzi fino a 12 anni ... gli altri si devono accontentare di far palestra in casa o di andare a correre o camminare.
Per fortuna la scuola c'è! C'era anche durante il primo lockdown, anche se non organizzata con le lezioni, i professori si sono comunque fatti vivi con i ragazzi e hanno cercato di aiutarli come possibile a superare quel periodo... a maggio poi sono tornate a scuola molte classi.
Adesso la scuola è organizzata in codice rosso: i bambini fino ai 12 anni vanno in presenza al 100% mentre quelli degli ultimi 4 anni di scuola ci vanno al 50%: una settimana lezioni online e una in presenza. Le pagelle del primo trimestre sono tate regolarmente consegnate a dicembre, ma invece dei voti sono stati scritti dei giudizi. Quest'anno non sono stati fatti gli esami di dicembre per recuperare tempo prezioso e continuare ad avanzare con il programma: sono riusciti a recuperare i mesi persi e a rimettersi in pari! Durante le vacanze sono stati assegnati compiti, cosa insolita, sempre nell'ottica di avanzare il più velocemente possibile.
Adesso ci accingiamo a festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo e aspettiamo il prossimo decreto per sapere se cambierà qualcosa. Le notizie al JT dicono che i numeri sono in continua discesa ... incrociamo le dita e speriamo bene!
Continuo a pensare ai miei genitori e agli amici che vivono in Italia, specialmente nella mia regione, il Veneto che sta soffrendo parecchio. Purtroppo sono tante le persone che non ci sono più.
Spero nell'aiuto della medicina, spero che il vaccino sia presto disponibile per tutti coloro che lo vorranno e che si possa tornate a vivere con spensieratezza.